Una flessione che preoccupa per una economia che mostra numerosi segni di fragilità. L’Ufficio Studi Confcommercio non nasconde i timori di una caduta di tensione dei cittadini verso i consumi, che per la Confederazione sono la vera cartina al tornasole sulla tenuta del Paese. La proiezione verso il 2023 appare così non favorevole.
Recupero interrotto
“I segnali di rallentamento dell’economia emersi dai principali indicatori congiunturali si sono tradotti nel quarto trimestre, secondo le prime stime, in una diminuzione del PIL dello 0,1% in termini congiunturali, interrompendo un percorso di recupero che durava da quasi due anni”, evidenzia l’Ufficio Studi della Confederazione, commentando i dati preliminari dell’Istat sul Pil dell’ultimo trimestre del 2022, “Il dato, meno negativo rispetto a quanto prospettato ribadisce ancora una volta il ruolo fondamentale dei servizi e dei consumi nel determinare la crescita. Da una parte, infatti, la recessione assume toni molto moderati solo grazie alla crescita del terziario, dall’altra, il rallentamento è innescato, come previsto, dalla frenata dei consumi”.
Dati in chiaroscuro
“L’interpretazione della congiuntura non può che essere in chiaroscuro. Il trascinamento per il prossimo anno confortante e suggerisce una crescita di almeno mezzo punto percentuale nella media del 2023”, sottolinea la Confcommercio, “al contrario, il contributo positivo del saldo estero alla fine dello scorso anno potrebbe essere stato determinato da un considerevole sgonfiamento sia dell’import sia dell’export. Ciò, a sistema con la riduzione dei consumi che si protrarrebbe per alcuni mesi, contribuisce a delineare un quadro economico per l’Italia contraddistinto da grande fragilità”.
Difficoltà non superate
La riflessione della Confederazione si spinge in avanti individuando segni di difficoltà che perdureranno nel 2023. “Pertanto”, osserva infine la Confcommercio, “nonostante le buone performance del mercato del lavoro anche a dicembre, confermiamo variazioni congiunturali del Pil negative per i primi mesi dell’anno in corso”.