L’Italia accelera nel progetto di approvvigionamento e diversificazione energetica. L’accordo con l’Algeria diventa così cruciale per rendere la Penisola un hub energetico del Mediterraneo. Sarà lo snodo che permetterà di realizzare un “ponte” geopolitico e quella nuova via per l’energia e la cooperazione con l’Africa. L’Italia nel contempo potrà avere un ruolo strategico in una Europa che ha deciso di tagliare del tutto l’importazione di gas dalla Russia.
La missione riuscita di Meloni
“L’Algeria è per l’Italia un partner fondamentale e di assoluto rilievo strategico per quello che abbiamo definito un Piano Mattei per l’Africa”. Evidenzia il premier Giorgia Meloni nella conferenza stampa con il presidente della Repubblica algerina democratica e popolare, Abdelmadjid Tebboune, al termine della visita in Algeria.
“Ringrazio il presidente algerino e l’intero governo per questa accoglienza, non a caso la prima missione bilaterale che il nuovo governo ha inteso fare a dimostrazione di quanto l’Algeria è partener affidabile e di assoluto rilievo strategico”, sottolinea Giorgia Meloni, “La missione avviene nell’anniversario della firma di trattato di amicizia e di buon vicinato firmato nel 2003 ad Algeri. Noi celebriamo la ricorrenza firmando una dichiarazione congiunta che sottolinea l’eccellenza delle nostre relazioni, ma non ci vogliamo fermare qui”, assicura la premier.
I nuovi campi di collaborazione
“Vogliamo sperimentare nuovi campi di questa collaborazione”, annuncia il presidente del Consiglio italiano, “rafforzarla nel campo energetico, politico e culturale. Puntiamo a un partenariato per aumentare prospettive di crescita, in ottica di costruire ponti tra sponde del Mediterraneo e stabilizzare la regione, che per l’Italia e l’Europa è strategica. Serve un piano Mattei per l’Africa, su base paritaria con i paesi della sponda sud del Mediterraneo per trasformare le crisi in occasioni”.
L’impegno concreto dell’Algeria
“La visita di Giorgia Meloni riveste importanza particolare, a 20 anni dalla firma del trattato di coooperazione”, ricorda il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune nel corso della conferenza stampa, “e desidero esprimere la mia soddisfazione per il livello delle relazioni strategiche tra i due paesi amici”. Tebboune sottolinea la crescita degli interscambi tra Roma e Algeri a 16 miliardi di dollari nel 2022. “A questo riguardo, abbiamo ribadito di rafforzare la collaborazione nel settore energetico e per gli investimenti italiani”, rileva il presidente algerino che evidenzia l’identità di vedute con l’Italia su diversi temi. “Concordiamo sul sostegno alla missione Onu per risolvere la questione del Sahara occidentale”. Tebboune nel suo saluto, fa riferimento allo Stato palestinese e alla necessità che abbia un suo posto nell’ambito delle nazioni unite.
Il patto Confindustria-Crea Un particolare rilievo alla visita del premier viene data dal Consiglio per il rinnovamento economico algerino (Crea) – una delle maggiori organizzazioni datoriali dell’Algeria – che annuncia l’accordo raggiunto con Confindustria per un protocollo di partenariato. Il Consiglio economico ha tenuto una seduta di lavoro con una delegazione di Confindustria, guidata dal suo presidente, Carlo Bonomi. “Questo accordo rappresenta un ponte per favorire le relazioni economiche e sociali tra i due paesi e supportare le nostre imprese nell’espansione della propria rete in Algeria”, commenta il presidente di Confindustria, che sottolinea come la firma va anche oltre: “la sinergia tra le due comunità imprenditoriali può dare un contributo decisivo per lo sviluppo di relazioni economiche tra Europa, Italia, Algeria, le sponde del Mediterraneo e la più vasta area dell’Africa subsahariana”. Si tratta di mercati, spiega Bonomi, che da sempre Confindustria ritiene prioritari”. Nella sessione, prosegue sodisfatta il Crea è stata elaborata “una tabella di marcia comune tra le due organizzazioni per la rapida attuazione del protocollo di partenariato. La cooperazione italo-algerina è una reale opportunità per raggiungere lo sviluppo economico auspicato”, sottolinea infine il Crea.
Cinque intese per il futuro
Ad Algeri i progetti siglati di sviluppo economico e industriale sono cinque. Innovativo quello sull’ambiente per ridurre le emissioni di gas serra in Algeria e incrementare le esportazioni di energia verso l’Italia, anche attraverso un nuovo gasdotto per l’idrogeno. I cinque obiettivi sono fissati in due memorandum di intesa firmati da Eni e l’azienda algerina, Sonatrach. Il primo dei due memorandum, firmati dall’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi e dal presidente e direttore genarale di Sonatrach Toufik Hakkar, punta a individuare le possibili attività per ridurre le emissioni di gas a effetto serra in Algeria, con le migliori tecnologie da utilizzare. L’Intesa prevede inoltre progetti congiunti sulla riduzione delle emissioni di Co2 nelle strutture produttive di idrocarburi in Algeria. Il secondo memorandum, è stato reso noto, riguarda la valorizzazione della rete di interconnessione energetica tra i due Paese per una transizione energetica sostenibile, “mira a individuare le migliori opportunità per incrementare le esportazioni di energia dall’Algeria verso l’Italia, attraverso”, si spiega in una nota, “lo studio congiunto sull’incremento della capacità di trasporto del gas esistente, la realizzazione di un nuovo gasdotto anche per il trasporto di idrogeno, la posa di un cavo elettrico sottomarino e l’aumento della capacità di produrre gas liquefatto”.
Esplorazione dello spazio
Un capitolo del tutto nuovo è quello in materia spaziale. L’intesa è contenuta nel secondo memorandum di cooperazione tra l’Agenzia spaziale italiana (Asi) e l’Agenzia spaziale algerina (Asal). L’accordo è concluso nel quadro del Trattato sui principi che governano le attività degli Stati in materia di esplorazione ed utilizzazione dello spazio extra-atmosferico compresa la Luna e gli altri corpi celesti. L’intesa è stata firmata dal presidente dell’Asi Giorgio Saccoccia e dal direttore generale dell’Asal Azzedine Oussedik. “La cooperazione”, si puntualizza in una nota, “troverà attuazione attraverso lo scambio di conoscenza nella materia, l’organizzazione di seminari e workshop, lo sviluppo di progetti di interesse reciproco e l’organizzazione di attività di formazione”.
Il ricordo di Enrico Mattei
Tra i momenti istituzionali della visita del presidente Giorgia Meloni ci sono stati due appuntanti di particolare significato. La premier è stata in raccoglimento nel giardino nel cuore di Algeri, davanti alla lapide di Enrico Mattei fondatore dall’Eni, dove è definito “personalità italiana, amico della rivoluzione algerina, difensore tenace e convinto della libertà e dei valori democratici, impegnato a favore dell’indipendenza del popolo algerino e del completamento della sua sovranità”. La lapide venne inaugurata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel novembre 2021. Durante la visita la premier è stata accompagnata dal ministro algerino dell’Energia e delle Miniere, Mohamed Arkab, e dall’ambasciatore italiano ad Algeri, Giovanni Pugliese. Alla cerimonia hanno partecipato fra gli altri anche l’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, e il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi.
Sulla nave “Carabiniere”
Il secondo appuntamento è l’intervento di saluto della Presidente del Consiglio all’equipaggio della Nave della Marina Militare italiana “Carabiniere”.
“Sono onorata di essere qui con voi”, commenta Giorgia Meloni, “di essere a bordo di questa nave, un’eccellenza e un vanto delle forze armate, un gioiello di tecnologia, di innovazione e di modernità. Però io penso anche che i mezzi militari, la tecnologia, l’innovazione siano strumenti, il fine rimane la difesa dell’interesse nazionale italiano, la nostra credibilità nel mondo: quelli camminano sulle vostre gambe”. “Prima che su qualsiasi strumento che la nostra intelligenza può immaginare, le nostre mani”, conclude il premier, “possono costruire c’è la vostra professionalità, la vostra motivazione, i vostri sacrifici”.
Algeri primo fornitore di gas
Entrando nel merito della cooperazione, è stato ricordato come l’Algeria è cruciale nella strategia di approvvigionamento e diversificazione energetica per l’Italia: nel primo semestre 2022 il Paese nordafricano è diventato il primo fornitore di gas naturale, Nel dicembre scorso il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune sottolineò l’impegno preso con Roma per aumentare le forniture di gas dagli attuali 20 “ad almeno 35 miliardi di metri cubi”. Il dossier energia è strategico anche per l’Italia. A spiegarlo è l’ad di Eni Descalzi, l’Italia potrà azzerare le forniture di gas russo “nell’inverno 2024/2025”. “Direi che continuando così le cose vadano nel verso giusto”, fa presente a margine della visita della premier Meloni al Giardino Mattei ad Algeri. “Aggiorniamo gli accordi annualmente sulle quantità che sono state rispettate: sono stati dati più di 3 miliardi di metri cubi e altri 3 miliardi nel 2023 e poi altri ancora”, spiega Descalzi.
“Bisogna pensare che solo 2 anni fa l’Algeria dava all’Italia circa 21 miliardi, adesso ha dato 25, arriveremo a 28 miliardi l’anno prossimo e poi nel 24-25 supereremo ancora”, conclude Descalzi, “È davvero un partner strategico che sta aiutando molto l’Italia”.
Hub europeo per l’autonomia
“Vogliamo che l’Italia diventi un hub europeo del gas algerino. Uno snodo per altri Paesi Ue”, spiega l’ambasciatore algerino in Italia Abdelkrim Touahria, “ampliando la cooperazione ad altri fronti. Idrogeno verde, fotovoltaico, energie rinnovabili”. E a proposito del “piano Mattei” pensato da Meloni ha assicurato che l’Algeria aiuterà “l’Italia ad avere una piazza in altri Paesi africani, dalla Nigeria al Sud Africa, dal Mali al Burkina Faso”.
Giorgia Meloni e il Piano Mattei
L’obiettivo ambizioso per l’Italia è rilanciare una forte collaborazione con i Paesi africani per rendere possibile un hub energetico del Mediterraneo. Un progetto geopolitico di straordinaria importanza dopo la guerra in Ucraina. In questo scenario gli accordi con l’Algeria hanno permesso al paese nord africano
di diventare il primo fornitore di gas naturale dell’Italia passando da una copertura del 22% all’attuale 40% del fabbisogno energetico, allentando la dipendenza dal metano russo.
Per diventare l’hub dell’Europa l’obiettivo dell’talia è raccogliere entro il 2024-25 tra i 50 e i 70 miliardi di metri cubi di metano all’anno per soddisfare il fabbisogno nazionale e per distribuirli nei vari Paesi europei, come Austria, Germania e Polonia.