mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Manica Larga

Benvenuti nel 2075… ma sbrigatevi!!!

Nel lontano novembre 2008, in visita alla London School of Economics, la Regina Elisabetta pose la domanda sul perché gli economisti non fossero stati in grado di prevedere la crisi finanziaria.

L’ingenuità della sovrana avrebbe da un lato creato imbarazzo nell’uditorio e dall’altro dato il via a una contestazione studentesca, partita poi dall’Università di Manchester, attraverso cui gli studenti chiedevano una revisione dei programmi di studio in materia economica.

Visioni strette o larghe

La critica principale che veniva mossa era verso la visione ristretta dell’approccio dominante nel circuito accademico, ovvero quello neoclassico. A mettere in fila i fatti della storia, avrebbe potuto trattarsi del sintomo di un movimento più largo che andava formandosi da tempo e che avrebbe portato per la prima volta uno psicologo, Daniel Kahneman dell’Università americana di Princeton, a vincere il Premio Nobel per l’Economia nel 2002 con una teoria che metteva in crisi proprio quell’approccio. Interessante notare come sia stato questi a sottolineare come purtroppo il suo lavoro non avrebbe trovato spazio nei programmi di studio.

Ora, la premessa è doverosa in considerazione del fatto su cui andremo a concentrarci oggi, ovvero l’ultimo rapporto di Goldman Sachs la cui ambizione è proprio quella di sfidare, per altri versi, visioni ristrette per provare a capire cosa potrebbe accadere da qui nei prossimi 50 anni. Il tempo di due generazioni, cioè quanto basta ai nostri figli per giocare con i loro nipotini. Nella migliore delle ipotesi. Mi spiego meglio.

Cosa ci aspetta?

Secondo lo studio della banca americana ci saranno infatti meno nascite e quindi meno PIL. Per gli analisti, la crescita globale si attesterà su una media di poco inferiore al 3% annuo nei prossimi dieci anni e sarà in graduale declino, principalmente a causa del rallentamento della crescita della forza lavoro. Insomma, un cane che si morde la coda con il problema irrisolto di chi pagherà pensioni e sanità.

Le cinque maggiori economie mondiali nel 2050 (misurate in dollari USA reali) saranno la Cina, gli Stati Uniti, l’India, l’Indonesia e la Germania. Mentre, secondo le previsioni, nel 2075 potrebbero essere Nigeria, Pakistan ed Egitto tra le economie più grandi del mondo. In buona sostanza, gli USA perderanno peso, stretti tra Asia e Africa.

E poi sono previste meno disuguaglianze a livello globale, ma un incremento di quelle locali. Ovvero, se la redistribuzione dei redditi sarà più equa tra i diversi Paesi, alla luce della crescita delle economie emergenti e il rallentamento di quelle mature, nei singoli Paesi le disparità sociali esploderanno. E questo rappresenterebbe non solo una sfida alla globalizzazione, ma alla stabilità sociale tout court.

Per cui, alla luce di tutto questo, la domanda che verrebbe da porsi è: come stiamo aiutando le nuove generazioni a farsi trovare pronte?

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