Informazione, formazione e semplificazione amministrativa. Sono le tre richieste che arrivano dalla Confcommercio per contrastare gli incidenti sul lavoro. “Occorre una revisione strutturale delle norme oggi
vigenti”, spiega Donatella Prampolini, Vice Presidente di Confcommercio con delega al lavoro e alla bilateralità, “che sappia coniugare l’effettività delle tutele per i lavoratori e lo snellimento degli adempimenti burocratici per le imprese. Si tratta di avviare una nuova stagione di riforme che abbia al centro prevenzione, informazione, formazione e semplificazione amministrativa”.
Riorganizzare i controlli
L’impegno è quello di procedere alle riforme, e di questo si è discusso in occasione dell’incontro svoltosi al ministero del lavoro su: “Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”. “Le misure più urgenti che le imprese
si attendono”, evidenzia la Confcommercio in una nota, “riguardano lo snellimento degli adempimenti generali e delle disposizioni sulla formazione e l’informazione per le attività a basso rischio e le
prestazioni di breve durata, l’eliminazione delle procedure burocratiche legate alla consultazione dei lavoratori per le imprese con un numero minimo dei dipendenti, il coordinamento e la riorganizzazione dei
controlli”.
Unire gli enti di controllo
Durante l’incontro sono emerse ulteriori indicazioni. Per la Confcommercio, “Vanno inoltre unificati, e focalizzati soprattutto su attività di prevenzione, i vari enti che, a diverso titolo, si occupano di sicurezza sul lavoro. Centrale, in questa prospettiva, sarà anche la revisione dell’apparato sanzionatorio che è, ancora oggi, inutilmente punitivo e, soprattutto, non collegato ad una chiara finalità preventiva”, puntualizza la Confederazione.
Tutele oggettive e misurabili
Per Confcommercio le scelte di fondo devono essere: “la graduazione delle tutele rispetto ai livelli, oggettivi e misurabili, di rischio infortunistico; la semplificazione e la chiarezza delle norme e delle procedure e l’univocità delle interpretazioni”, chiede la Confcommercio, “un approccio consulenziale delle pubbliche amministrazioni; la rinuncia al primato dell’azione repressiva e della sanzione penale, da ricondurre
al rango effettivo di estrema ‘ratio’; l’eliminazione di competenze istituzionali sovrapposte e confliggenti”.
La responsabilità Covid
Tra gli argomenti affrontati anche la responsabilità datoriale per i casi di contagio. “Occorre da ultimo”, ha concluso Donatella Prampolini, “assicurare il mantenimento dell’esclusione della responsabilità datoriale per i casi di contagio da Covid-19 anche a prescindere dalla vigenza dei Protocolli sottoscritti dalle parti sociali”.