lunedì, 18 Novembre, 2024
Esteri

La guerra in Ucraina e il gioco delle illusioni

Il termine “illusione” ha tre significati. Il primo di essi designa una cattiva percezione o un’errata interpretazione della realtà: pensiamo di vedere ciò che non esiste. Nel testo Perception and Misperception in International Politics, scritto da Robert Jervis nel 1976, viene esaminata l’applicazione della psicologia cognitiva al processo decisionale politico. Il libro descrive il processo di percezione e, quindi, esplora forme comuni di percezione errata, come la sopravvalutazione della propria influenza sugli altri.

L’autore esamina, attraverso esempi e precedenti storici, la “questione di come i responsabili delle decisioni degli Stati percepiscono gli altri, quali siano le fonti di errore più comuni e come possano fare meglio”.

I decisori politici “non solo devono sforzarsi di percepire il loro ambiente, ma devono anche tener conto delle percezioni degli altri”.  Evidentemente, anche questa lettura non è stata fatta da Putin. L’invasione russa del 24 febbraio 2022 lo ha dimostrato. Vladimir Putin ha sottovalutato l’Ucraina, l’Europa e gli Stati Uniti che riteneva fossero più insicuri e divisi di quanto non fossero in realtà. Questo errore di valutazione è stato alimentato dalle timide reazioni dell’Occidente dopo l’operazione russa in Georgia nel 2008 e l’annessione della Crimea nel 2014, ma anche da una sovrainterpretazione del ritiro americano dall’Afghanistan nel 2021.

Il secondo significato del termine “illusione” si riferisce alla differenza tra desiderio e realtà. Nel campo delle relazioni internazionali, si manifesta in particolare con l’illusione del potere. Vladimir Putin si era illuso di essere più forte di quanto non fosse in realtà. A partire dal suo discorso alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco nel 2007, ha cominciato gradualmente a portare avanti una serie di azioni di ingerenza esterna. La Russia ha così iniziato ad allargare la propria sfera di influenza in Medio Oriente ed Africa. Questo ha indotto il Cremlino a ritenere di poter fare lo stesso nei confronti degli Stati confinanti. L’esercito russo si è però dimostrato incapace di realizzare la strategia dello “shock and awe” e la cosiddetta “operazione militare speciale”, come il Cremlino ipocritamente chiama l’aggressione dell’Ucraina, si è presto trasformata in una lunga guerra di logoramento.

Il terzo significato del termine “illusione” si riferisce al prodotto di un trucco. Questa illusione viene prodotta volutamente e presuppone l’esistenza di un prestigiatore. In altre parole, la Russia ha fatto l’illusionista per anni, operando disinvoltamente – come del resto fa tutt’ora – nel dominio della propaganda, della disinformazione, dell’intossicazione, persino della guerra psicologica.

La propensione della Russia ad agire in questo campo – sia attraverso stazioni televisive, “troll farm” su internet o influencer – è stata oggetto di numerose ricerche e lavori accademici.

Più difficile è studiare il modo in cui la propaganda può rivoltarsi contro chi la trasmette e generare forme di autointossicazione.

Quando Vladimir Putin ha deciso di invadere l’Ucraina si era illuso che i soldati russi sarebbero stati accolti come liberatori. Come sappiamo, così non è stato.

La Russia, però, non ha il monopolio delle illusioni. Molti leader ed esperti europei – in particolare a Parigi, Berlino e Bruxelles – non ritenevano possibile che l’esercito russo avrebbe invaso l’Ucraina e hanno creduto fino all’ultimo nel dialogo per far ragionare Vladimir Putin. Non hanno tenuto sufficientemente conto degli allarmi provenienti da Washington e Londra anche quando la Russia stava ammassando le proprie truppe ai confini dell’Ucraina.

Putin ha ripetutamente dimostrato di sopravvalutare le capacità dell’esercito russo, ma non ha abbandonato i suoi obiettivi militari massimalisti. Sebbene lo “zar” sia deluso dal modo in cui stanno andando realmente le cose, è semplicemente costretto a illudersi che la nomina di Gerasimov gli offra la possibilità di raggiungere una sorta di vittoria. Ancora una volta si sta illudendo.

Molti osservatori della guerra in Ucraina tendono anche a guardare senza troppa serietà al rimpasto al comando russo, considerandolo un inutile tentativo di migliorare in qualche modo lo stallato tentativo di Putin di conquistare l’Ucraina. Tuttavia, anche l’Occidente deve evitare di cadere nell’errore di illudersi che la pace in Ucraina possa arrivare per “gentile concessione” del Cremlino. Non sarà così. Solo una sconfitta definitiva della Russia potrà riportare la pace e stabilità infrante da Mosca il 24 febbraio 2022.

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