I prezzi di benzina e gasolio volando volando sono atterrati a Palazzo Chigi.
Dopo il susseguirsi di notizie tra chi lancia accuse di speculazioni e chi, invoca la logica degli assestamenti, il Governo è corso ai ripari con due mosse. Prima del Consiglio dei ministri, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, il Comandante Generale della Guardia di Finanza, Generale Giuseppe Zafarana, hanno tenuto una riunione operativa per mettere in evidenza gli episodi speculativi accertati e nel contempo ampliare l’azione di contrasto contro l’aumento ingiustificato dei prezzi. Successivamente al vertice alle 19 è iniziato Consiglio dei ministri con all’ordine del giorno la questione rincari.
Cdm, no tagli ma trasparenza
Il Cdm ha tentato di dare risposte agli interrogativi che hanno animato una giornata di forti contrapposizioni. Una prima indicazione è arrivata dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani che spegne
l’ipotesi di un taglio delle accise. “La scelta del governo di non prorogare il taglio delle accise non è stata presa a cuor leggero. Una scelta molto meditata e molto sofferta”, commenta ai microfoni di Rai
news 24, “una misura che però costa oltre un miliardo al mese. Il governo ha deciso di utilizzare quelle risorse per aumentare le pensioni minime, per tagliare il cuneo fiscale, quindi tutte misure sociali.
È chiaro che se ci sarà la possibilità, e i conti lo consentiranno, appena possibile potremo ridurre anche il costo della benzina. Ma ricordo che abbiamo impegnato 30 miliardi per ridurre il costo delle bollette”.
Il Consiglio dei ministri tuttavia ha dato un segnale di particolare attenzione su ciò che accade con via libera al decreto per favorire la trasparenza dei prezzi della benzina nelle stazioni di servizio. Un piano per contrastare i rincari verificati nelle ultime settimane. La misura, secondo il Cdm, è a vantaggio dei consumatori per tenere a bada i prezzi e permettere una maggiore trasparenza sulle dinamiche dei
prezzi.
Una prospettiva rassicurante la indica il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto. “Dovrebbe esserci una stabilizzazione dei prezzi”, evidenzia il ministro durante la registrazione di “Porta a porta”, “Ci sono una serie di situazioni che vanno monitorate, per capire se parliamo di autostrade o di zone dove c’è un solo distributore, come nelle isole. Per un prezzo sopra i 2 euro, ci vuole una giustificazione specifica. C’è una richiesta da parte dell’Antitrust di una verifica di quei casi dove c’è stata un’eccedenza, ricordando che il prezzo è libero”.
Speculazioni sì, anzi no
Il dibattito ieri è stato alimentato da numerose e contrapposte considerazioni. Critiche sul peso delle accise, (ora tornate a gravare sui costi del pieno) accuse di speculazioni, con i botta e risposta tra Associazioni dei consumatori e quelle dei produttori. In cima alle dispute il balletto dei prezzi. Gli automobilisti hanno osservato con crescente disappunto l’aggiornamento del prezzo medio della benzina servito a 1,965 euro/litro e quello del diesel arrivato a 2,023 euro/litro. Peggio il colpo d’occhio dei listini che, su Autostrade come la A14, hanno superato la soglia “psicologica” dei 2,5 euro al litro (per essere precisi: benzina a 2,444 euro e gasolio 2,531 euro)
Codacons, ora i responsabili
L’impennata ha acceso lo scontro a tutto campo. Il Codacons, ha rilanciato le sue iniziative legali. Dopo la denuncia a 104 Procure e Guardia di Finanza, ha presentato un esposto all’Antitrust. Con la richiesta di aprire un’istruttoria per accertare eventuali pratiche scorrette o cartelli anti-concorrenza. In particolare, l’associazione domanda di “verificare con sollecitudine l’esistenza di eventuali intese vietate e porre subito un freno a tali condotte che stanno arrecando dei gravi danni ai consumatori”.
Il presidente dell’Autorità, Roberto Rustichelli, non ha perso tempo ed ha chiesto piena collaborazione al Comandante Generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana, “al fine di acquisire la documentazione inerente ai recenti controlli effettuati sui prezzi dei carburanti, con particolare riferimento alle violazioni accertate”. L’obiettivo dell’Antitrust è di rendere note le pratiche commerciali scorrette nei confronti dei consumatori e violazioni della concorrenza.
I petrolieri, accuse infondate
A completare la ricognizione delle posizioni, non poteva mancare la voce dell’Unione Energie per la Mobilità che altrettanto fermamente rispedisce al mittente le accuse di speculazione sui prezzi. “È un’accusa senza fondamento, perché tra l’ultima settimana di dicembre e i primi giorni di gennaio il prezzo industriale dei carburanti, stante la sostanziale stabilità dei mercati internazionali, non è variato e la differenza che vediamo oggi è dovuta al solo aumento delle accise”. A sottolineare le ragioni dell’Unione energie, è il presidente dell’Unem, Claudio Spinaci che puntualizza. “È un diritto-dovere del governo esercitare gli opportuni controlli ma i numeri non mentono”, sostiene.
Il gettito delle accise, secondo il capo dei petrolieri italiani “contribuisce al bilancio, sono soldi che andrebbero recuperati o con altre entrate o con tagli ai servizi. Occorre quindi”, osserva Spinaci,
“un intervento strutturale del sistema fiscale che riavvicini le accise del nostro Paese a quelle europee”.
Trasportatori e bus, all’attacco
In un Paese dove l’86% delle merci viene trasportato su gomma non poteva mancare il risentimento sia delle Associazioni degli autotrasportatori, e con loro le Associazioni dei mezzi pubblici, come Agens, Anav e Asstra.
Per questi ultimi l’impatto sui conti delle imprese di trasporto passeggeri con autobus rischia di diventare dirompente. “Il prezzo è fuori controllo con picchi che superano i 2 euro per litro”, sottolineano le imprese, “insostenibili per un settore come quello del trasporto passeggeri che dispone di una flotta autobus alimentata per oltre il 90% dal gasolio che, non a caso, rappresenta la principale voce di costo dopo quella per il personale”. Per la Cna- Fita, inoltre, “Le piccole aziende di trasporto merci sono costrette a rivedere i tariffari ogni settimana, quasi sempre al rialzo. E non sempre i committenti concedono i ritocchi necessari per coprire le spese. In queste condizioni, le piccole e medie imprese del settore devono assorbire i
maggiori costi riducendo i margini di ricavo o lavorando sottocosto per alcuni periodi”.
Il Papa incontra Giorgia Meloni
La lunga giornata del premier Meloni ha avuto anche un momento particolare. È stata ricevuta ieri mattina alle 10 da Papa Francesco in udienza privata insieme alla famiglia. Con il premier presenti il compagno Andrea Giambruno e la figlia Ginevra. Il colloquio, informa il Vaticano, è durato 35 minuti. Il Pontefice le ha fatto dono di un’opera in bronzo dal titolo “Amore sociale”, raffigurante un bimbo che aiuta un
altro a rialzarsi, con la scritta “Amare Aiutare”.
I volumi dei documenti papali, il Messaggio per la Pace di quest’anno, il Documento sulla Fratellanza Umana, il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della LEV, il volume su l’Appartamento Pontificio delle Udienze, a cura della Prefettura della Casa Pontificia e il volume “Un’Enciclica sulla pace in Ucraina”.
Meloni ha regalato al Santo Padre una copia de “La Santa Messa spiegata ai bambini” di Maria Montessori, del 1955; un volumetto contenente “Il Cantico delle creature” e “I Fioretti” di San Francesco d’Assisi, del 1920 e un angelo dalla collezione privata della
Presidente.
Il colloquio con Parolin
Giorgia Meloni si è poi trasferita in Segreteria di Stato per l’incontro con il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, accompagnato da monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali. La Sala Stampa vaticana riferisce che “durante i cordiali colloqui” sono state sottolineate “le buone relazioni bilaterali e si è fatto cenno ad alcune questioni relative alla situazione sociale italiana”, con particolare riferimento ai “problemi legati alla lotta alla povertà, alla famiglia, al fenomeno
demografico e all’educazione dei giovani”.
In particolare, quella del fenomeno demografico è una problematica che preme molto al Pontefice, il quale ha denunciato in varie occasioni la sfida dell’inverno demografico che l’Italia deve affrontare. Pure ieri, nel lungo discorso al Corpo diplomatico, il Pontefice aveva evidenziato che l’Italia è esempio di “un pericoloso calo della natalità”.
Sempre nel colloquio in Segreteria di Stato, informa la nota vaticana, “sono state prese in esame tematiche di carattere internazionale, con speciale riferimento all’Europa, al conflitto in Ucraina e alle migrazioni”.