mercoledì, 25 Dicembre, 2024
Esteri

Ucraina: i “piloti” russi dei droni iraniani hanno ora un volto

Evgenij Glukhov, fermo immagine dal video del Ministero della Difesa della Federazione Russa

Gli inquirenti ucraini hanno individuato quattro militari russi che stanno lanciando i droni iraniani in Ucraina. La meticolosa inchiesta condotta, ha permesso di individuare quattro ufficiali russi direttamente coinvolti negli attacchi terroristici perpetrati dalla Russia in Ucraina con l’utilizzo di droni iraniani Shahed. I quattro militari sono tutti in servizio presso il 294° Centro di Kolomna.

L’attività di indagine ha permesso di dare un volto agli operatori che, celandosi dietro ad una remota postazione di controllo, “pilotano” il volo dei droni iraniani fino a colpire le infrastrutture energetiche e la popolazione civile in Ucraina.

Per scoprire chi sono e dove si sono addestrati è stato necessario ricreare l’intero ciclo di addestramento del personale russo impiegato in questo settore, nonché analizzare e confrontare alcuni degli eventi avvenuti nel corso dello scorso anno, tanto in Iran quanto in Russia.

Nel 2022, si è tenuto – dal 15 al 27 agosto – il concorso internazionale “Falcon Hunting”, che ha per oggetto proprio l’utilizzo di droni. La cerimonia di apertura è stata “ospitata” dall’Iran presso la Base aerea di Isfahan, che rappresenta il più grande aeroporto militare del Paese ed il principale centro di manutenzione ed addestramento. Tuttavia, la “caccia al falco” si è svolta in un luogo completamente diverso, vicino alla città di Kashan, una remota località situata ai margini del deserto del Maranjab, a 200 km da Isfahan. Nei sobborghi di Kashan hanno, infatti, sede una Base aerea militare Top-secret ed il più antico aeroporto civile dell’Iran. Più precisamente, la base era “Top secret” fino allo scorso anno, quando ne è stata svelata l’esistenza dall’intelligence israeliana. All’epoca, il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz la definì “il cuore dell’aviazione senza pilota iraniana e un centro di addestramento per operatori UAV”. Secondo il ministro israeliano, è lì “che vengono addestrati i terroristi stranieri, in particolare provenienti da Yemen, Siria, Libano e Iraq”. Sulla base dei dati raccolti, Gantz aveva accusato l’Iran di diffondere il “terrorismo dei droni” nella regione.

Base aerea di Kashan durante la visita della Delegazione russa

La delegazione russa ha visitato almeno due volte la Base di Kashan, dove gli iraniani hanno potuto mostrare loro i droni d’attacco Shahed.

Nel mese di luglio 2022, Jake Sullivan, Consigliere per la sicurezza nazionale del Presidente degli Stati Uniti, dichiarava a questo proposito: “Le nostre informazioni indicano che l’Iran si sta preparando a consegnare urgentemente centinaia di UAV alla Russia, compresi i droni d’attacco”.

Sullivan, in quella occasione, aveva anche rilasciato alcune immagini satellitari della Base aerea di Kashan, scattate proprio durante la visita dei russi, ed aveva aggiunto che era probabile che l’Iran conducesse per loro l’addestramento sui droni “kamikaze”.

Successivamente, il Ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba aveva avuto un colloquio telefonico con il proprio omologo iraniano Hossein Amirabdollakhyan, che negò la vendita di droni alla Russia. Disse che la dichiarazione della Casa Bianca era una calunnia che perseguiva “specifici obiettivi politici”.

Solo all’inizio di novembre l’Iran riconobbe la vendita di “Shahed”, ma specificando che si trattava di un piccolo lotto e che la vendita era avvenuta prima dell’inizio dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina. Tuttavia, al riguardo, i funzionari del governo degli Stati Uniti fornirono elementi certi che tale affermazione era falsa.

Operatori UAV Sozinov Pivkin Glukhov Iran2022, foto dal sito del Ministero della Difesa russo

Il 24-25 agosto, l’esercito iraniano ha condotto un addestramento su larga scala di operatori UAV denominato “Drone Exercise 1401”. Il numero presente nel nome dell’esercitazione indica l’anno: in Iran il 1401, corrisponde al nostro 2022.

L’addestramento di due giorni ha dimostrato la capacità dell’Iran di “costruire, far funzionare, progettare e utilizzare tutti i tipi di velivoli aerei senza pilota”, secondo il suo portavoce, l’ammiraglio Seyed Mahmoud Mousavi.

Durante la fase “live” di “Drone Exercise 1401” a Isfahan, il Vice comandante dell’esercito iraniano, l’ammiraglio Habibollah Sayyari, ha persino menzionato l’Ucraina nel suo discorso: “Oggi i droni sono un fenomeno nuovo. Di recente, la loro efficacia è stata dimostrata in situazioni di crisi, ad esempio nella guerra tra Azerbaigian e Armenia in Karabakh, e nella guerra tra Ucraina e Russia”.

Sebbene l’addestramento si sia svolto in tutto l’Iran, la maggior parte degli eventi si è svolta a Isfahan.

Gli investigatori sono riusciti ad identificare quattro dei tredici rappresentanti russi che hanno partecipato al “Falcon Hunting” in Iran e ne hanno svelato le loro identità. Tutti sono in servizio presso il 924° Centro statale per l’aviazione senza pilota del Ministero della Difesa della Federazione Russa.

Per stessa ammissione del Ministro della Difesa russo, detto Centro è la principale “fucina” di operatori di droni per l’esercito russo. Non solo forma specialisti “per la manutenzione e il lavoro con complessi UAV di sviluppo sia nazionale che estero”, ma testa anche tutti i tipi di droni prima della loro consegna all’esercito russo, aggiungendo: “Se necessario, gli specialisti del Centro, insieme alle imprese industriali, effettuano la messa a punto degli UAV in fase di sperimentazione”.

Il 13 agosto, per la prima volta, la Russia attaccò infrastrutture civili dell’Ucraina con droni “Shahed”. Come l’esperto militare israeliano David Handelman, ebbe modo di dire: “sono un sostituto più economico dei costosi missili da crociera”.

Secondo le autorità ucraine ed alcuni servizi di intelligence alleati, l’Iran fornisce regolarmente alla Russia droni kamikaze, che vengono successivamente utilizzati per attaccare l’Ucraina.

Le immagini che, sempre con maggior frequenza, ci mostrano le devastazioni provocate dal loro utilizzo sono sotto l’occhio di tutti.

Gli analisti dell’American Institute for the Study of War (ISW) di Washington hanno calcolato che la Russia esaurirà l’intera scorta di droni Shahed entro maggio 2023 se dovesse continuare ad utilizzarli con l’attuale intensità. Ma questa è davvero una magra consolazione.

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