Gli attivisti di “Ultima generazione” che ieri mattina hanno imbrattato la facciata del Senato della Repubblica sono degli irresponsabili. Pensano di essere non violenti e in realtà violentano un alto simbolo istituzionale, non rendendosi neanche conto dell’oltraggio reso ad uno dei pilastri della nostra democrazia.
Sono irresponsabili come gli altri che hanno imbrattato i capolavori di Van Gogh, Monet, Klimt.
I loro gesti non hanno nulla di ecologico. Sono solo un modo per attirare l’attenzione non sul tema sacrosanto dell’ambiente ma sul loro narcisistico bisogno di farsi notare, di fare qualcosa che richiami le telecamere, i titoli dei giornali.
Spacciare gesti sconsiderati come questi per libera manifestazione del pensiero è un abbaglio che nessuno dovrebbe prendere. Tutt’altro. Bisognerebbe reagire con la dovuta fermezza nei confronti di costoro. I loro gesti non sono delle bravate più o meno innocenti su cui fare spallucce ma atti di vero e proprio vandalismo tanto più gravi quanto più colpiscono simboli della cultura e della democrazia.
Non sappiamo se questi imbrattatori abbiano un briciolo di formazione scolastica, se conoscano il valore dell’arte come espressione sublime dello spirito umano e della democrazia come conquista di libertà costata il sacrificio della vita di migliaia di persone
Esprimere sdegno non basta. È sbagliato essere indulgenti, come vorrebbero alcuni “giustificazionisti”.
Occorre intervenire e sanzionare in maniera esemplare questi comportamenti secondo le previsioni di legge.
Ma sarebbe utile forzare i responsabili di questi gesti a capire cosa hanno fatto in due modi: prevedendo percorsi formativi obbligatori dedicati all’arte o alla democrazia, e mettendoli a pulire le parti imbrattate della città per 3 ore al giorno per sei mesi.
Forse capirebbero che la difesa dell’ambiente è una cosa seria e non una sequela di buffonate da piccoli Attila.