mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Politica

Ghigliottina, e il decreto Rave diventa legge. Governo e Terzo Polo, via la “Spazzacorrotti”

Da “animale stai seduto”, alla esibizione ironica del “dito medio”. Si colora di insulti e ripicche folcloristiche tra maggioranza e minoranza il confronto sul decreto Rave”. Alla Camera dopo ore di liti e tensioni il crescendo caotico è arginato dal presidente Lorenzo Fontana che ha sospeso la seduta. Una corsa contro il tempo con le opposizioni pronte a rallentare il dibattito oltre la mezzanotte e di conseguenza far decadere l’attuazione del decreto Rave Party. Tentativo non riuscito. Nel pomeriggio è arrivato il sì definitivo dell’Aula della Camera al dl Rave. I voti a favore sono stati 183, 116 i no, un astenuto. Il presidente Fontana ha deciso di porre immediatamente in votazione il decreto “constatato il numero di interventi e preso atto della impossibilità di un orario condiviso sulla conclusione dell’esame del decreto in scadenza”.

Scatta, la “ghigliottina”

È stato lo stesso presidente della Camera ad annunciare il ricorso alla cosiddetta “ghigliottina”, Fontana ha convocato la conferenza dei capigruppo, per comunicare la decisione di applicare lo strumento procedurale che consente allo stesso Presidente di interrompere le dichiarazioni per passare subito al voto.

Ostruzionismo e proteste

Il dibattito, infatti, si è acceso durante i frequenti botta e risposta in seguito al pesante rallentamento dei lavori con l’ostruzionismo messo in atto da Pd, M5S, Verdi e Sinistra. Il Governo dopo la fiducia, e nell’ulteriore passaggio nel convertire in legge il decreto, ha trovato le opposizioni regolamento alla mano pronte a bloccare i lavori – tentando di non convertire in legge il decreto – con l’iscrizione in massa alle dichiarazione di voto. Nuove proteste si sono nel pomeriggio avute in seguito alla decisione di tagliare le dichiarazioni e arrivare subito alla conta. Si è avuto così il via libera.

Dl Rave party, cosa prevede

Il decreto presentato dal Governo e illustrato dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, introduce nel codice penale il reato di ‘Rave party’. In alcuni casi scatta la reclusione da tre a sei anni e la multa da euro 1.000 a euro 10 mila per “chiunque organizza o promuove l’invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati, al fine di realizzare un raduno musicale o avente altro scopo di intrattenimento”, quando dall’invasione “deriva un concreto pericolo per la salute pubblica o per l’incolumità pubblica a causa della inosservanza delle norme in materia di sostanze stupefacenti ovvero in materia di sicurezza o di igiene degli spettacoli e delle manifestazioni pubbliche di intrattenimento, anche in ragione del numero dei partecipanti ovvero dello Stato dei luoghi”. Prescritta la confisca “delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato” e “delle cose che ne sono il prodotto o il profitto”.

PA, fine “Spazzacorrotti”

Oltre alle misure contro i Rave Party, Pd e M5S hanno contestato le agevolazioni concessi ai condannati per i reati contro la pubblica amministrazione. Per i 5S le persone detenute per corruzione, peculato, concussione con il via libera dato dal voto di fiducia, avranno alcuni benefici penitenziari che erano stati preclusi dalla legge “Spazzacorrotti”. Legge particolarmente cara ai 5S perché approvata nel 2019 su proposta dell’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. La cancellazione delle misure contro i corrotti, sottolineano grillini, si è avuta con il via libera ad un emendamento del Terzo Polo e col voto favorevole del Governo.

Reintegro medici no vax

Tra le altre misure il decreto autorizza il reintegro anticipato degli operatori sanitari non in regola con le vaccinazioni contro il Covid. La precedente legge prevedeva il reintegro a fine 2022, col decreto questa data è stata anticipata. Il dl inoltre sospende fino al 30 giugno 2023 le sanzioni per i non vaccinati.

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