Vuol durare l’intera legislatura ed è sicura che i suoi alleati non le faranno sgambetti. Forte di tali volontà e certezze, Giorgia Meloni è sempre più sicura di sé. Affina la sua nuova immagine di leader della maggioranza e di guida del Governo. Alterna sorrisi distensivi, ma misurati, a toni grintosi: quando ribadisce le sue convinzioni non cede mai alla tentazione della polemica pungente o delle risposte piccate.
Diplomatica nella forma e ferma nella sostanza vuol rassicurare il suo elettorato e suscitare attenzione anche tra chi non l’ha votata.
In questi primi tre mesi ha pesato bene le parole e gli aggettivi. Uno stile molto diverso da quello del suo predecessore alla guida dei governi di centrodestra, Silvio Berlusconi.
Il Cavaliere cercava spesso lo scontro aperto con gli avversari dell’opposizione, usava slogan taglienti, amava provocare. Il suo sorriso piacione ammaliava i seguaci ma appariva sardonico, deridente e irritante a chi non la pensava come lui.
Il modello comunicativo di Meloni è, ovviamente, femminile, ma non rientra nei cliché né della donna “tosta” né di quella “in operazione simpatia”. Non c’è neanche “maternalismo” nel suo fare rassicurante. Meloni appare piuttosto come una saggia sorella maggiore che si è fatta le ossa e hai calli sulle mani.
Ha deciso di sgonfiare i pregiudizi che hanno accompagnato la sua ascesa al potere. Senza nessun ripensamento o dietrofront sulle sue idee e sul suo passato, ha scelto di spiegarsi con toni moderati, pacati, usando argomenti che non lasciano molto spazio a chi è prevenuto nei suoi confronti.
Quanto durerà? Alcuni pensano che sia un’operazione di facciata, temporanea, e che presto torneranno i bollenti spiriti che hanno segnato la sua conquista del consenso. In realtà è molto difficile che sia così.
Meloni ha fatto tanta gavetta e sa quali sono le regole del gioco che di volta in volta bisogna rispettare se vuoi essere all’altezza delle situazioni. Se fondi un nuovo partito e con un misero 4% vuoi crescere tra un gigante come Berlusconi e un toro scatenato come Salvini, è ovvio che non puoi belare ma devi alzare la voce.
Ma quando hai quasi il 30% dei voti e guidi il Governo non puoi commettere gli errori in cui sono caduti Berlusconi e Salvini. Le sparate non servono. Le promesse mirabolanti men che meno, le bandierine identitarie vanno usate con parsimonia perché danno alla testa.
Meloni vuol essere una persona seria, affidabile, con cui puoi anche non essere d’accordo ma che devi rispettare perché è così come appare. Tutto questo davvero l’aiuterà a governare per 5 anni? È una scommessa impegnativa, conoscendo i suoi alleati instabili. Ma lei potrebbe riuscire a smontare i loro giocattoli e convincerli che è meglio non fare scherzi.