La manovra conclude con il voto di fiducia il suo veloce percorso. I senatori sono chiamati a formulare le dichiarazioni di voto, subito dopo ci sarà la votazione finale. Così prenderà il largo la Manovra finanziaria del Governo di Giorgia Meloni e della maggioranza di Centrodestra, che in tempi strettissimi dalla proclamazione degli eletti ad inizio ottobre ad oggi, ha dovuto mettere a punto un Bilancio da 35 miliardi.
Una Finanziaria nata in un contesto economico e sociale soggiogato da tensioni, incognite e rischi internazionali tra l’aggressione Russa all’Ucraina, prezzi delle materie prime ed energia in rialzi stellari e speculativi. Secondo la maggioranza la manovra è stata allestita con misure ragionate, “responsabili e prudenti” in uno spazio di poche settimane che si sono distinte per l’alta instabilità degli eventi geo-politici ed economici internazionali. Il Governo ha avuto il difficile compito, tra le altre cose, di proseguire la programmazione del Piano nazionale di ripresa che impone scelte e attuazioni progettuali certe e verificabili. Naturalmente il dibattito politico si è acceso sui tempi, sugli emendamenti, sulle misure approvate, quelle rinviate e altre cancellate. Anche ieri la tensione nelle tappe finali della Manovra è stata altissima con i botta e risposta tra esponenti di maggioranza, dei gruppi di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia con quelli della opposizione, in particolare con Pd, Azione, M5S e Alleanza Verdi e Socialisti.
FdI: al mittente le lezioncine
Dopo una mattina di dichiarazioni contro la Manovra, a dire stop è la senatrice di Fratelli d’Italia Francesca Tubetti che ha “rispedito al mittente” le accuse. “Mi rendo conto della necessità del clamore a tutti i costi, ma ricordo sommessamente che sia nel 2020 sia nel 2021 la manovra fu approvata il 30 dicembre. Rimandiamo al mittente le lezioni da parte di chi”, puntualizza l’esponente di Centrodestra, “ha legittimato i banchi a rotelle, il reddito di cittadinanza, i finanziamenti scriteriati alle ong che hanno utilizzato i diritti umani per i loro tornaconti personali”.
FI: successo della Meloni
Esulta per l’arrivo alla metà il ministro di Forza Italia, Luca Ciriani. “Giovedì in Senato entro le 12 ci sarà il voto finale con la fiducia della manovra e lo faremo in tempi record, perché questo Governo si è insediato da due mesi e la manovra è iniziata trenta giorni fa e quindi in trenta giorni abbiamo fatto quello che di solito si fa in due o tre mesi. È stata una guerra contro il tempo”, puntualizza il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. Con una punta di compiacimento sul presente e di ironia volta al passato il Ministro osserva, “Lo faremo il 29 dicembre, un giorno prima il cosiddetto governo dei migliori”. La Manovra tuttavia ha messo in luce anche problemi della maggioranza, il ministro ammette: “qualche errore di natura soprattutto tecnica”, tuttavia per Ciriani è l’opposizione ad aver creato un muro contro muro. “Speravo meglio: i primi approcci positivi, poi il clima si è un po’ arroventato. Credo che ci sia competizione fra Pd e Cinque stelle a chi fa la voce più grossa e questo non ha giovato”, conclude Ciriani: “Essere riusciti a fare la manovra in un contesto nazionale e internazionale così difficile è un successo della presidente Meloni. I mercati sono tranquilli, lo spread è tranquillo, la Commissione europea ha dato il suo via libera. Quindi credo che onestamente è andata molto bene e che vada dato merito della presidente Meloni”.
La capogruppo del Terzo Polo, Raffaella Paita, rilancia invece le ostilità annunciando il voto contrario. “È una manovra che rimarrà impressa per due scelte sbagliate ma collegate: la cancellazione della 18app, uno strumento universale che permetteva di approfondire la capacità di critica e di crescita e l’altro è l’emendamento in favore delle squadre di calcio di serie A. Siete dei Robin Hood al contrario: togliete opportunità ai giovani par darne a chi ne ha già. I manifesti immaginati erano belli, ma non eravate così pronti”. “Noi”, conclude Paita, “continueremo con il nostro stile di opposizione, lo dico anche agli altri gruppi, e dopo la sbornia dell’uno vale uno, dopo il sovranismo legato alla propaganda verrà il tempo della serietà”.
Il M5S in difesa del Rdc
Toni alti e polemiche trancianti quelle lanciate dai grillini contro le scelte della maggioranza. “Le misure di questa Legge di bilancio hanno violentato e profanato il principio della solidarietà politica, economica e sociale sancito dall’articolo 2 della Costituzione”, attacca polemico il senatore Mario Turco, vicepresidente del M5S, “L’abolizione del Reddito di cittadinanza agli abili al lavoro rompe il patto di solidarietà sociale tra chi lavora, chi ha un reddito e chi ha la sfortuna di averlo perso. Il patto di solidarietà sociale, poi, viene messo in forte discussione”, osserva il senatore grillino, “anche forzando l’introduzione dell’autonomia differenziata, dove la definizione dei Lep, per come è stata concepita, non farà altro che cristallizzare, per sempre, le diseguaglianze tra Nord e Sud del Paese in tema di sanità, trasporti, istruzione”.
Il Pd: scelte inique e deludenti
A rincarare la dose contro Finanziaria e Centrodestra è la senatrice del Pd Annamaria Furlan. “La prima manovra della destra al governo colpisce per le distanze abissali tra le promesse fatte in campagna elettorale e il risultato di una legge di Bilancio iniqua e deludente. Non si pone il tema della crescita, non si investe su lavoro, università, scuola e ricerca”, attacca Furlan, “Continueremo a spingere i cervelli all’estero, le brave ricercatrici dello Spallanzani che hanno sequenziato il virus del Covid erano precarie e rimarranno tali. Bisognava mettere più soldi in tasca a lavoratori e pensionati, di fronte alla crisi, ma nulla”, prosegue l’esponente del Pd, “I soldi del Pnrr non possono essere usati per le assunzioni in sanità, quindi mancheranno ancora 57 mila infermieri e ai 16 mila medici mancanti si andranno a sommare la metà di tutti quelli dipendenti che andrà in pensione nei prossimi anni”.
Azione: Senato passacarte
A rimarcare le divisioni e i tempi stretti che hanno poi bloccato la nomina anche del relatore della Finanziaria è Mariastella Gelmini, vicesegretario e portavoce di Azione.
“Come era prevedibile, la Legge di bilancio arriva nell’aula del Senato senza che sia stato conferito il mandato al relatore”, sottolinea, “E questo per i tempi troppo stretti con cui la Commissione Bilancio – che solo nel pomeriggio di ieri ha ricevuto la relazione tecnica – ha dovuto affrontare l’esame della manovra. Il Senato è stato ridotto a mero passacarte”, critica la Gelmini, “si va verso una fiducia blindatissima, con buona pace del rispetto del Parlamento. Dal bicameralismo perfetto siamo passati al monocameralismo imperfetto, visto che neppure la Camera dei Deputati ha avuto il tempo di esaminare decorosamente la legge più importante dell’anno”.
Avs: Manovra contro i poveri
Il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra, non ha dubbi, tutta la Finanziaria è una gigantesca macchina di scelte contro i poveri.
“A Milano, in 48 ore oltre 10 mila persone a Natale hanno bussato alle porte della onlus ‘Pane Quotidiano’ per chiedere un pasto caldo. Tra loro famiglie in difficoltà, tra affitti, bollette e libri di scuola dei figli”, scrive il leader dell’Alleanza, “Sono tutti quelli cui il governo ha sbattuto porte in faccia con la manovra”. Con disappunto Nicola Fratoianni, accusa, “Questa maggioranza ha respinto tutte le nostre proposte per contrastare la povertà. Invito la presidente del Consiglio Meloni a fare un giro con me, a Milano, o dove ritiene. Venga a contare il numero degli ‘occupabili che vivono di assistenzialismo’. Venga a guardare negli occhi le migliaia di persone cui stanno togliendo, oltre che il reddito di cittadinanza e le misure di sostegno, anche la dignità”.
Monti in bilico si astiene
La sentenza dell’ex presidente del Consiglio, l’economista Mario Monti è in “chiaroscuro” ed annuncia il proprio voto di astensione sulla Legge di bilancio. Monti ha parlato di una manovra con aspetti “in chiaroscuro”. “Molto chiaro e nitido”, osserva, “è l’intendimento, sorprendente fino a un paio di mesi fa a chi cercasse di prevedere l’atteggiamento di questo governo, verso la prudenza finanziaria e molto scuro è un altro aspetto, quello che attiene all’aspetto di distribuzione, fiscalità e futuro dell’economia”. “Considero”, rivela, “un segno di maturità da parte di questo governo la non sofferta conformità con gli indirizzi europei”, un atteggiamento che potrà aiutare, ha evidenziato il senatore a vita, anche nelle trattative in Ue”.
La Cisl: contenuti migliorati
Pur tra criticità la Manovra piace alla Cisl, almeno per il fatto che c’è stato dialogo e l’assunzione di scelte in parte condivise.
“La manovra ha un impianto complessivo decisamente migliorato rispetto al testo iniziale”, sottolinea il segretario nazionale Luigi Sbarra, “I contenuti sono coerenti in diverse parti con la piattaforma presentata dalla Cisl a Governo, gruppi parlamentari, partiti politici, sostenuta con iniziative sindacali sui territori e con l’Assemblea Nazionale di delegati e pensionati del 15 Dicembre. A riprova che la via del dialogo produce risultati concreti, contrariamente alla contrapposizione fine a se stessa”. “Chiaro che non mancano criticità”, aggiunge il numero uno Cisl, “che andranno affrontate ai tavoli che abbiamo conquistato su salute e sicurezza, pensioni, politiche industriali”.