Dopo le nenie natalizie e gli auguri che corrono sui social che sono più o meno riciclati e belli ma non sempre riscaldano, ecco la Chiesa Cristiana porre all’attenzione di tutti il sacrificio di Stefano. Il linguaggio è chiaro: per amore dell’Amato si può dare anche la vita senza tentennamenti e dubbi vari. Ci piace accostare alla circostanza di questo martirio che succede velocemente alla Natività del Bambino Gesù anche il sacrificio del prete palermitano Padre Pino Puglisi convinto che avrebbe pagato alto il prezzo del suo “essere sacerdote” in un clima dove l’omertà la fa da padrone.
Questa convinzione ha portato diversi giovani del Parlamento della Legalità Internazionale a portare un cero e un fiore sulla tomba di padre Pino perché “si può credere alla luce del Sole”. L’amore si manifesta sempre. Non servono frasi mozzafiato, pupazzetti che galleggiano su “wzp” e dicono per non dire. No. L’amore esige presenza, gesti, vicinanza, comprensione e sostegno.
L’amore per Padre Pino Puglisi aveva i colori del sorriso, della semplicità e della testimonianza di fede pura. Questo i giovani studenti delle Ambasciate del movimento che ha il suo cuore a Monreale in via Venero n. 30 lo sanno bene. Piante natalizie, orchidea, ceri, posati con delicatezza sussurrando una preghiera dettata dal cuore. Stefano, primo martire della Chiesa, Pino Puglisi sacerdote martire nel duemila. Ebbene si il prezzo si paga per tutto. Ci piace ricordare come Stefano ha donato la sua vita con lo sguardo rivolto a Colui che è Vita (Gesù il Cristo) padre Pino Puglisi al suo carnefice che gli punta la pistola nella nuca dice “Me l’aspettavo”. Chi ama sa che tutto può accadere. Ma al cuore non si comanda e al posto di dire “ti amo da morire” si può anche dire “do la mia vita per te, perché ti amo”. Questo Stefano e Padre Pino Puglisi, oggi ce lo insegnano con il sorriso e la testimonianza di vita.