Un quadro economico da decifrare, dove fatti positivi si mescolano a indicazioni e avvenimenti negativi. Lo rivela la Confcommercio che delinea uno scenario delle incognite che gravano sulla ripresa economica e sulle piccole imprese che sono le più esposte alla crisi.
Le incognite che pesano
“Da una parte segnali di rallentamento e di possibile inversione del ciclo economico, dall’altra indicazioni confortanti dal mercato del lavoro e dalle aspettative delle famiglie e delle imprese”, evidenzia nel quadro che emerge dalla “Congiuntura Confcommercio” di dicembre.
Inflazione alta ricchezza giù
Sul fronte dei consumi, l’analisi dell’Ufficio Studi confederale evidenzia che l’elevata inflazione impatta sul potere d’acquisto delle famiglie. “E se gli interventi di sostegno del governo neutralizzano in buona parte, specialmente per le fasce più deboli, la riduzione del valore reale dei redditi correnti, poco o nulla possono sul calo della ricchezza in forma liquida”, sottolinea la Confcommercio, “Di conseguenza, emergono comportamenti di acquisto e consumo più prudenti, soprattutto per quanto riguarda i beni”.
Aspettative negative per il 2023
Non a caso anche a novembre i consumi sono in rallentamento, come emerge dall’Indice dei consumi Confcommercio, giù dello 0,7% rispetto allo stesso mese del 2021. “Male, in particolare, alimentari, mobili,
elettrodomestici, automotive e abbigliamento”, scrive l’Ufficio studi della Confederazione, “Date queste dinamiche, l’Ufficio Studi stima per dicembre una riduzione del Pil dello 0,7% congiunturale e una crescita
dello 0,2% su base annua.
Per quanto riguarda infine l’inflazione, dicembre non dovrebbe portare l’attesa inversione di tendenza, con un incremento mensile dello 0,6% e annuo dello 12%. Per l’attesa svolta bisognerà aspettare la tarda primavera del prossimo anno, con conseguenze negative sulle prospettive di crescita per il 2023”.