lunedì, 30 Dicembre, 2024
Salute e Lavoro

Lavoro sommerso. Come combatterlo

Si attende con estremo interesse la pubblicazione del Piano nazionale per la lotta al lavoro sommerso, che dovrebbe avvenire entro la fine dell’anno, dove, tra le varie funzioni, sarà delineata un’opportuna strategia d’indirizzo dell’attività ispettiva; si studieranno forme e modalità concrete di denuncia da parte dei lavoratori costretti a lavorare in condizioni di lavoro irregolare e si favorirà il dialogo e la collaborazione con le parti sociali.

Si tratta di un ulteriore strumento che svilupperà  la tutela della salute e sicurezza sul lavoro, legato, peraltro al PNRR 2 “in un contesto più generale di rafforzamento già programmato dell’Ispettorato nazionale del lavoro, quale agenzia nazionale per la vigilanza sul lavoro”, ha sottolineato Bruno Giordano, Direttore Capo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, nel corso dell’audizione di alcuni giorni fa alla Commissione Informazione e Lavoro del CNEL, in cui si insedierà “una strategia volta al superamento degli insediamenti abusivi per il contrasto al caporalato e allo sfruttamento dei lavoratori”.

L’audizione dell’INL ha riguardato principalmente le iniziative di implementazione delle attività di contrasto alle diverse forme di illegalità occupazionale e al mancato rispetto delle norme in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Nel corso dell’audizione si è anche dato risalto alle recenti modifiche apportate al Testo Unico della sicurezza (TUS, d.lgs. n. 81/2008) dall’art. 13 del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146[1], concernenti in particolare i Comitati regionali di coordinamento (art. 7 del d.lgs. 81/2008), il Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP, art. 8), la vigilanza (art. 13), il contrasto al lavoro irregolare (art. 14), gli organismi paritetici (art. 51) e l’Allegato I relativo alle “Gravi violazioni ai fini dell’adozione del provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale”. Con specifico riferimento alle modifiche dell’art. 14 TUS e alle gravi violazioni, si è evidenziato come il provvedimento di sospensione da parte dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro possa ora essere adottato quando si riscontra che almeno il 10% per cento dei lavoratori presenti sul luogo di lavoro risulti occupato in modo irregolare (senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro) al momento dell’accesso ispettivo e in tutti i casi di elencati nella normativa.

Ritornando al Piano Nazionale per la lotta al lavoro sommerso, al fine di favorire un’efficace programmazione dell’attività ispettiva nonché del monitoraggio del fenomeno del lavoro sommerso su tutto il territorio nazionale, si evidenzia che le risultanze dell’attività di vigilanza svolta dall’Ispettorato nazionale del lavoro, dal personale ispettivo dell’INPS, dell’INAIL, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza sulle violazioni in materia di lavoro sommerso, nonché in materia di lavoro e legislazione sociale, confluiranno in un portale unico nazionale gestito dall’Ispettorato nazionale del lavoro denominato Portale Nazionale del Contrasto al Lavoro Sommerso.

Questa struttura sostituisce e integra le banche dati esistenti attraverso le quali l’Ispettorato nazionale del lavoro, l’INPS e l’INAIL condividono le risultanze degli accertamenti ispettivi.

Nel portale, al quale accedono le amministrazioni che concorrono alla sua alimentazione, confluiscono i verbali ispettivi nonché ogni altro provvedimento consequenziale alla attività di vigilanza, ivi compresi tutti gli atti relativi ad eventuali contenziosi istaurati sul medesimo verbale.

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