giovedì, 26 Dicembre, 2024
Economia

Bankitalia: critiche su contante e fisco, Istat: Rdc, taglio per 800 mila, metà single

Legge di Bilancio. Alle audizioni in Commissione presenti solo 4 parlamentari su 53 componenti

La manovra del Governo è  sotto la lente delle Associazioni di categoria, delle istituzioni finanziarie, produttive e sociali. Tempi stretti, decisioni di merito da definire, che devono fare i conti con la “liturgia” delle audizioni. Ieri giornata clou con Bankitalia ha tuttavia visto assenti i parlamentari della maggioranza di Governo. Rispetto ai 50 componenti effettivi della Commissione in Aula erano in presenza solo 4 parlamentari e altri 3 da remoto.

Bankitalia e Istat in audizione

L’importo lordo della manovra tocca 39,2 miliardi, cifre che sono state stimate in audizione dalla Banca d’Italia. Così come sono state ascoltati i rilievi di Istat e Cnel. In particolare l’istituto di statistica ha evidenziato come la riduzione della durata del reddito di cittadinanza nel 2023 colpirà circa 846 mila individui. Se si considerano i soli beneficiari in età compresa fra 18 e 59 anni, il taglio riguarderà oltre un terzo di precettori.

Le valutazioni di Bankitalia

Fabrizio Balassone, capo del servizio struttura economica del Dipartimento economia e statistica della Banca d’Italia, ha illustrato le previsioni dell’Istituto, iniziando dall’andamento del Pil che subirà un “indebolimento nel trimestre in corso”, mentre per l’economia si registrerà una “attività in espansione nella media del 2023, ma con un forte rallentamento dei tassi di crescita rispetto agli ultimi due anni”. La cifra in gioco è di 39.2 miliardi ma ha commentato Fabrizio Balassone, “In un contesto come quello attuale proiezioni economiche sono puramente indicative”. I motivi di revisione delle cifre sono più una, il responsabile del servizio struttura economica del Dipartimento economia e statistica della Banca d’Italia, ha infatti osservato come investimenti e progetti avranno un impatto positivo sui conti.
“La piena attuazione delle riforme e investimenti del Piano nazionale di ripresa potrà fornire un contributo determinante alla crescita economica e di riflesso al miglioramento della finanza pubblica”.

Contante e lotta all’evasione

Tra i rilievi mossi alla manovra c’è quello dell’innalzamento della quota del contante e la tregua fiscale. Per Bankitalia due questioni critiche. “Le disposizioni in materia di pagamenti in contante”, osserva Fabrizio Balassone, “e l’introduzione di istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del Paese che anima il Pnrr e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”.

Rdc, tagli e riforma lavoro

Resta inoltre un problema il Reddito di cittadinanza come misura di accompagnamento al lavoro. L’attuale assetto del Rdc ha in questo senso delle criticità e secondo l’esponente della Banca d’Italia la “riforma annunciata dal governo potrebbe rafforzare”, questo aspetto”. Sempre in audizione alla Camera sulla manovra e in merito al Reddito di cittadinanza, c’è stato l’intervento del presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo.
Secondo una stima dell’Istituto di statistica, la riduzione della durata del reddito di cittadinanza nel 2023 colpirà circa 846 mila individui. Se si considerano i soli beneficiari in età compresa fra 18 e 59 anni, il taglio riguarderà oltre un terzo di essi. “La decurtazione della durata coinvolgerebbe in prevalenza i nuclei familiari di ridotte dimensioni – in particolare coinvolge più della metà degli individui soli – e la componente maschile, e investirebbe quasi la metà dei beneficiari in età compresa fra 45 e 59 anni”. Inoltre, la riduzione “comprende un terzo dei Neet fra 18 e 29 anni beneficiari del reddito, e si caratterizza per livelli di istruzione appena più elevati rispetto alla restante platea dei beneficiari appartenenti alla stessa classe d’età”.

Trattamenti fiscali disuguali

Altra osservazione critica della Banca d’Italia riguarda, “la discrepanza di trattamento tributario tra dipendenti e autonomi, e all’interno di questi tra quelli sottoposti a regime forfettario ed esclusi, risulta accresciuta”, secondo Fabrizio Balassone. Sul tema tributi l’istituto è particolarmente attento, “la Banca d’Italia ha più volte segnalato in passato con riferimento a misure analoghe”. Per Balassone “in un periodo di inflazione elevata la coesistenza di un regime a tassa piatta e uno soggetto a progressività come l’Irperf comporta un’ulteriore penalizzazione per chi soggetto a quest’ultimo”.

Critici industriali e sindacati

In questi giorni in Commissione bilancio si sono susseguiti molti interventi delle Associazioni di categoria, che hanno indicato necessità di aggiustamenti e richieste di inserimento nella manovra. Le critiche più pesanti invece sono arrivate da Confindustria e dai sindacati. “Quello che a nostro avviso manca in questa legge di bilancio è la visione su quanto sta succedendo”, ha osservato il presidente degli industriali Carlo Bonomi, “La dimensione è tale che sono in gioco la competitività e la sopravvivenza stessa di ‘pezzi’ del sistema produttivo italiano”. Confindustria non ha risparmiato rilievi sulle misure, come quelle sul cuneo fiscale, estensione della flat tax e pensioni. Tra i sindacati le posizioni più critiche sono arrivate da Cgil e Uil, che hanno intanto indetto per il 16 dicembre il primo sciopero territoriale in Lombardia. Per la Cgil è una manovra di corto respiro; per la Uil manca di una direzione di marcia. Più cauta la Cisl che osserva, “bene sull’emergenza, ma non sufficientemente espansiva”. Confindustria e sindacati sono in sintonia con i sindacati nel criticare un provvedimento considerato privo di direzione e con misure parziali e timide. A difendere la Finanziaria è sceso in campo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha parlato di: “scelte politiche coraggiose, misure per 42 miliardi tra 2023-2039 aggiuntivi rispetto a quelli già stanziati”

La maggioranza assente

Secondo il ruolino di marcia del Governo il testo verrà votato in Commissione dal 15 al 18 dicembre – per arrivare all’approvazione del Parlamento entro fine anno e non dover ricorrere all’esercizio provvisorio di bilancio -. Sono tappe forzate ma c’è qualcosa che contraddice questo impegno. Almeno stando alle seduta di ieri che si è aperta con pochissimi partecipanti, alle Commissioni Bilancio congiunte di Camera e Senato, nella grande aula c’erano appena 4 presenti e 3 collegati da remoto. Le due commissioni riunite contano complessivamente 31 i membri della Commissione della Camera, 22 quelli del Senato.
Sul palco dei relatori invece c’erano il presidente della Commissione del Senato, Nicola Calandrini di FdI, in platea solo 3 onorevoli, tutti dell’opposizione: Luigi Marattin di Italia Viva, Ubaldo Pagano e Silvia Roggiani del Pd. Per rimarcare le assenze Marattin ed ha chiesto il conteggio dei presenti. “Sono anni che chiedo di abolire l’inutile liturgia delle audizioni, e sostituirle con l’invio di dettagliati contributi scritti”, puntualizza polemico Luigi Marattin, “Mi hanno sempre risposto compreso pochi giorni fa, che non è possibile perché si limiterebbe il diritto dei parlamentari a partecipare all’audizione”.

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