Nei Paesi Bassi, giovedì, il tribunale distrettuale dell’Aia ha emesso una decisione sul procedimento penale relativo allo schianto del “Boeing” malese, che stava volando da Amsterdam a Kuala Lumpur il 17 luglio 2014 ed è stato abbattuto sopra Donetsk regione dell’Ucraina.
Tre imputati – Hyrkin (Strelkov), Dubinsky e Kharchenko – sono stati giudicati colpevoli dell’incidente aereo e condannati all’ergastolo. Il quarto imputato, Pulatov, è stato assolto. L’inchiesta ha dimostrato la loro colpevolezza per aver consegnato il sistema missilistico terra-aria a medio raggio di fabbricazione sovietica, fornito dalla Russia alle forze separatiste filo-russe del Donbass, con cui è stato abbattuto il Boeing. A seguito dell’incidente, tutte le 298 persone a bordo sono morte, la maggior parte di loro erano cittadini dei Paesi Bassi.
L’indagine penale sul disastro era stata avviata dalle autorità di Ucraina, Malesia, Paesi Bassi, Australia e Stati Uniti. La squadra investigativa comune (Joint Investigation Team, JIT) creata a tale scopo comprendeva rappresentanti di Paesi Bassi, Belgio, Australia e Ucraina, e successivamente della Malesia. L’ufficio del procuratore olandese ha condotto le indagini.
Nell’autunno del 2016, il JIT ha pubblicato un rapporto preliminare, che confermava come il volo MH17 fosse stato abbattuto da un missile 9M38 lanciato dal sistema missilistico antiaereo Buk. L’inchiesta ha anche stabilito che l’installazione era stata consegnata poco prima dalla 53a brigata missilistica antiaerea a Kursk e dopo il disastro era stata restituita alla Russia.
Immediatamente dopo il disastro, la Russia aveva negato il proprio coinvolgimento, proponendo versioni alternative e spesso contraddittorie: ad esempio, che il Buk fosse ucraino o che l’aereo fosse stato abbattuto da un caccia ucraino. A conferma di quest’ultima versione, i media russi avevano persino inventato la falsa identità di un controllore del traffico aereo, tale Carlos, cittadino spagnolo, che affermava di aver visto sul radar aerei ucraini accanto al Boeing. Come venne dimostrato dall’indagine condotta nel 2018, “Carlos” si dimostrò essere un truffatore spagnolo che viveva in Romania e che lì stava scontando una pena detentiva per frode.
Inoltre, le autorità russe hanno cercato di convincere l’opinione pubblica mondiale che il missile da cui è stato abbattuto il Boeing non poteva essere in dotazione all’esercito russo. Anche questa argomentazione venne confutata dall’inchiesta e da esperti indipendenti.
L’indagine condotta dal tribunale dei Paesi Bassi si è fondata innanzitutto sulle intercettazioni di conversazioni telefoniche tra i separatisti filo-russi nel Donbass ed i russi che discutevano tra loro e con i loro supervisori a Mosca. Anche i dati provenienti da fonti aperte, raccolti dal gruppo investigativo Bellingcat, hanno fornito un aiuto significativo alle indagini. Grazie alle fotografie di testimoni oculari si è riusciti a tracciare l’intero percorso del “Buk” da Kursk alla regione di Donetsk.
Dopo molti anni di lavoro degli investigatori, quando il tribunale dell’Aia ha iniziato a esaminare il caso nel merito, è stato possibile raccogliere prove che hanno permesso di costruire un importante quadro accusatorio per quattro imputati, presumibilmente coinvolti nella tragedia. Tre di loro sono cittadini russi: il colonnello di riserva dell’FSB Igor Girkin (Strelkov); l’ufficiale senior in pensione del GRU Sergey Dubinsky; tenente colonnello della riserva dell’aeronautica Oleg Pulatov. Il quarto accusato è un cittadino ucraino, comandante dell’unità di intelligence dell’autoproclamato “DPR”, tale Leonid Kharchenko. Nessuno di loro è comparso in tribunale, e solo Pulatov ha esercitato il diritto alla difesa rappresentato dagli avvocati di uno studio olandese che si rifiuta di rivelare informazioni su chi abbia pagato i suoi servizi legali.
Per i parenti delle vittime il verdetto di oggi allevierà almeno in parte il dolore per la perdita dei propri cari e rimuoverà gli ultimi dubbi sulle responsabilità della Russia nel disastro – anche se l’aereo, come concordano la maggior parte degli esperti, è stato abbattuto involontariamente.
Vadym Lukashevich, esperto di aviazione e autore del libro “MH17 Tragedy: Truth and Lies”, sottolinea che la decisione odierna del tribunale è ben lungi dal rappreseentare la fine del procedimento relativo al disastro del Boeing negli organi ufficiali internazionali. Dopo Hyrkin, Dubinsky, Pulatov e Kharchenko, altre persone potranno essere imputate dallo stesso tribunale dei Paesi Bassi. Inoltre, il caso MH17 è in fase di revisione anche da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo e dell’Organizzazione per l’aviazione civile internazionale.
La sentenza emessa rappresenta un risultato importante che permetterà di accelerare anche questi ulteriori procedimenti.