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Verso il nuovo anno nel segno dell’immobilismo

giovedì, 19 Dicembre 2019
1 minuto di lettura

313 pagine per 958 commi: questa, la consistenza elefantiaca del maxi emendamento alla legge di bilancio già approvata dal Senato e tramessa alla Camera che, visti i tempi ristretti, dovrà approvarla senza variazioni.

Ovviamente, in un emendamento così denso di articoli c’è di tutto: medici, concessioni, elettrodotti, piste ciclabili, reti ferroviarie, vigili del fuoco, tanto per citarne alcuni.

Niente di nuovo – va detto – rispetto ad un andazzo ormai annoso e nell’attesa di un’altra cascata di interventi nel solito “mille proroghe”: c’era forse da attendersi di meglio da un governo caratterizzata, come il precedente, da un movimento che si presentava come garante dell’innovazione e della semplificazione

Per l’agenda delle riforme e per conoscerne contenuti e tempi bisognerà aspettare l’anno nuovo ma quel che conta è la probabilità che il governo, benché traballante e perennemente segnato da polemiche e divisioni, continui a navigare evitando quelle elezioni anticipate che terrorizzano soprattutto il Movimento 5 Stelle, un infermo politico al cui capezzale deve correre ogni tanto, come sta facendo, lo stesso Grillo.

Il rischio di questa condizione fragile della maggioranza sta nel congelamento dell’instabilità attraverso un sostanziale immobilismo, che sarebbe però negativo per il futuro del paese e per la sua influenza e credibilità sul piano europeo ed internazionale.

La più grande responsabilità per evitare questo rischio è nelle mani del partito Democratico che finora ha dato di se un’immagine imbarazzata o sbiadita, forse puntando sull’illusione di poter metabolizzare i pentastellati per farne una costola della sinistra futura.

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