Comunicare con i giovani per far comprendere l’importanza del lavoro in particolare nel settore dei pubblici esercizi. È l’idea delle Federazione Fipe-Confcommercio per attrarre nuovo personale in un settore dove la carenza di lavoratori riduce o addirittura pregiudica le attività produttive.
Mancano 193 mila lavoratori
“La riforma del reddito di cittadinanza è certamente importante”, scrive la Fipe, “ma da sola non risolve i problemi del settore nel reperimento di competenze qualificate. Al momento infatti mancano all’appello 193mila persone rispetto al 2019, di cui 107mila posti di lavoro che prima della pandemia avevano un contratto a tempo indeterminato”.
La denuncia delle imprese
La Federazione spiega come ci sia la forte necessità di professionisti con esperienza nel settore.
“Esattamente le figure che oggi si fatica a trovare”, osserva la Fipe, “Secondo le previsioni del sistema Excelsior Unioncamere, infatti, le assunzioni programmate per il trimestre ottobre-dicembre sono 139mila ma il 56% delle imprese denuncia difficoltà nel reperimento a causa della scarsa esperienza e del ridotto numero di candidati”.
Formare i giovani
Da qui la doppia proposta di Fipe-Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi: “Se si vuole invertire questo trend negativo”, spiega la Federazione, “occorre far conoscere ai giovani le reali potenzialità del settore. Mancano completamente quei percorsi di orientamento dedicati ai ragazzi delle scuole e ai giovani in generale, che al momento non sono informati sulle opportunità di lavoro e su quali prospettive di crescita professionale e salariale esistono nelle nostre imprese”.
Riqualificare il piano Gol
“Parallelamente”, aggiunge Fipe, “bisogna puntare sulla riqualificazione professionale. Il programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori) è un’opportunità per orientare i percorsi di riqualificazione professionale anche ai lavoratori in uscita da aziende di altri settori che chiudono o delocalizzano”.
Opportunità professionali
Per la Federazione i percettori di Naspi dovrebbero, infatti, essere inseriti in percorsi di re-skilling e di formazione, “per poter poi accedere a nuovi impieghi in nuovi comparti come quello della ristorazione che ha urgente necessità di recuperare i posti di lavoro persi nel corso dei due anni di Pandemia”. “A tal proposito, orientamento e riqualificazione sono strumenti necessari per restituire al settore”, conclude la Federazione italiana pubblici esercizi, “la capacità di fare innamorare le persone di un lavoro qualificante, gratificante che rappresenta una reale opportunità di vita e professionale e che contribuisce a costruire l’immagine del nostro Paese nel mondo”.