Kherson rischiava di essere il campo di battaglia di uno scontro fondamentale per le sorti della guerra. Invece i russi si sono ritirati dalla Regione, cedendo la città bastione degli occupanti alle truppe di Kiev che, chilometro dopo chilometro, avanzano tra villaggi fantasma e luoghi martoriati dalle bombe, verso l’unico capoluogo regionale che era stato conquistato dalle forze russe dall’inizio dell’invasione in Ucraina.
Ma se Mosca conferma che lo spostamento delle truppe dalla riva destra a quella sinistra del Dnipro “è in corso”, Kiev non canta ancora vittoria. Il presidente Zelensky si sta muovendo con molta attenzione sull’annuncio del ritiro russo. “Il nemico non fa regali”, ha affermato Zelensky e secondo gli analisti militari, la Russia potrebbe cercare di far saltare in aria la diga di Kakhovka per coprire la ritirata. Un’ipotesi catastrofica, perché perdere la diga significherebbe inondare il territorio ucraino e prosciugare la centrale nucleare di Zaporizhzhia che risulterebbe una dichiarazione di guerra al mondo intero, secondo il leader ucraino.