Nel 2019, secondo i dati di un Report dell’Istat sull’utilizzo delle nuove tecnologie della comunicazione e dell’informazione, in Italia il 76,1% delle famiglie dispone di un accesso a Internet e il 74,7% di una connessione a banda larga. Rispetto al 2018 non si registrano variazioni significative. Si confermano ampie differenze tra le regioni, con un vantaggio del Centro e del Nord Italia.
Divari si riscontrano anche tra comuni di diversa ampiezza demografica: nelle aree metropolitane i tassi di accesso alla banda larga raggiungono il 78,1% mentre nei comuni fino a 2mila abitanti tale quota scende al 68%. Tra le famiglie resta un forte divario digitale da ricondurre soprattutto a fattori generazionali e culturali.
La quasi totalità delle famiglie con almeno un minorenne dispone di un collegamento a banda larga (95,1%); tra le famiglie composte esclusivamente da persone ultrasessantacinquenni tale quota scende al 34%. La maggior parte delle famiglie senza accesso a Internet da casa indica come principale motivo la mancanza di capacità (56,4%) e il 25,5% non considera Internet uno strumento utile e interessante.
Seguono motivazioni di ordine economico legate all’alto costo dei collegamenti o degli strumenti necessari (13,8%), mentre il 9,2% non naviga in Rete da casa perché almeno un componente della famiglia accede a Internet da un altro luogo. Nel 2019 il 67,9% della popolazione di 6 anni e più ha utilizzato Internet, con un leggero incremento rispetto al 2018 (66,4%); ad aumentare è soprattutto l’uso quotidiano (da 51,3% al 53,5%). La quasi totalità dei ragazzi di 15-24 anni naviga in Rete (oltre il 90%), mentre tra i 55-59enni la quota di internauti scende al 72,4% e arriva al 41,9% tra le persone di 65-74 anni; in questi segmenti di utilizzatori meno assidui si registrano però gli incrementi più significativi rispetto all’anno precedente.
L’uso di Internet è ancora caratterizzato da un divario di genere a favore degli uomini (71,7% contro 64,2% delle donne) che rimane stabile rispetto all’anno precedente. Fino ai 44 anni tali differenze sono tuttavia molto contenute e si annullano tra i giovani fino a 19 anni. Il titolo di studio continua a essere un fattore discriminante nell’utilizzo di Internet: naviga sul web l’82,9% di chi ha un diploma superiore contro il 51,9% di chi ha conseguito al massimo la licenza media mentre tra gli occupati, le differenze tra i dirigenti, imprenditori e liberi professionisti e gli operai, negli anni, si vanno gradualmente attenuando (91% contro 80%).
Dall’analisi congiunta per generazione e titolo di studio emerge che i laureati della generazione del baby boom (ovvero le persone che nel 2019 hanno 54-73 anni) che navigano in Internet sono l’88%, attestandosi cosi’ ai livelli di utilizzo dei giovani di 25-34 anni, per scendere al 40,9% tra i baby boomer con titoli di studio bassi. Nel corso degli ultimi anni i cellulari e gli smartphone si sono sempre più connotati come fattore di traino nell’accesso al web. Tra gli utenti di 14 anni e più, il 91,8% ha utilizzato lo smartphone, il 43,3% accede tramite PC da tavolo, il 27,2% utilizza il laptop o il netbook, seguono quelli che si avvalgono del tablet (25,7%) mentre il 6,1% utilizza e-book, smart watch o altri dispositivi mobili. Più della metà degli utenti di Internet di 14 anni e più ha acquistato online (57,2%, pari a 20 milioni 403 mila persone); in particolare, il 36,1% ha ordinato o comprato merci o servizi negli ultimi 3 mesi, il 12,1% nel corso dell’anno e il 9% più di un anno fa.
Nel 2019, il 29,1% degli utenti di internet di 16-74 anni ha competenze digitali elevate.
La maggioranza degli internauti ha invece competenze basse (41,6%) o di base (25,8%). Inoltre vi è una nicchia di internauti che non ha alcuna competenza digitale (3,4%, pari a 1 milione e 135 mila). (Italpress)