L’hotspot di contrada Imbriacola, a Lampedusa, torna a una capienza di 400 posti. Sono stati appena conclusi i lavori di adeguamento della struttura che erano stati appaltati prima dello scoppio della pandemia sulla base delle indicazioni formulate dalla task force interministeriale, istituita con decreto dei ministri dell’Interno e della Salute e da quella istituita dall’assessore regionale alla salute. A monitorare l’esecuzione dei lavori è stata la Prefettura di Agrigento, in raccordo con il dipartimento per le Libertà civili e immigrazione.
Intanto ieri sono sbarcate nel porto empedoclino le quattro le bare bianche delle due gemelline di 20 giorni morte per ipotermia durante la traversata e dei bambini e dei bambini di 2 anni e di 10 mesi Alina e Mael, uccisi dall’incendio divampato sul barchino con il quale viaggiavano. Assieme ai piccoli feretri bianchi anche quello di una giovane donna. Ad accoglierli nel dolore generale c’erano, oltre ai genitori delle due piccine, i sindaci di Agrigento, Raffadali, Porto Empedocle, Favara e Joppolo Giancaxio che hanno deposto dei mazzi di fiori. Presente anche il prefetto Maria Rita Cocciufa.
Tutti, in silenzio, hanno pregato per le vittime di quella che è una catena infinita. Intanto altri 28 i migranti sono giunti nella notte a Lampedusa. Viaggiavano su un barchino in ferro di circa 5 metri intercettato dagli uomini della Capitaneria di porto a 16 miglia dalle coste dell’isola. Tra loro anche 7 donne e 2 minori. Dopo il trasbordo sull’unità della Guardia costiera l’imbarcazione è stata lasciata alla deriva. Anche per loro è stato disposto il trasferimento nell’hotspot di contrada Imbriacola, dove le presenze hanno superato quota 1.300. Ieri con il traghetto di linea tra la mattina e la sera sono stati 360 i migranti che hanno lasciato l’isola diretti a Porto Empedocle.