Le banche sono ancora lontane da una gestione adeguata dei rischi climatici e ambientali. Lo rivelano i risultati della rassegna tematica realizzata dalla Banca centrale europea. La BCE sta ora fissando scadenze scaglionate affinché le banche soddisfino progressivamente tutte le aspettative di vigilanza enunciate nella sua Guida sui rischi legati al clima e all’ambiente nel 2020. La revisione ha concluso che, anche se l’85% delle banche dispone ora di almeno pratiche nella maggior parte delle aree, mancano ancora metodologie più sofisticate e informazioni dettagliate sui rischi climatici e ambientali. Vi sono anche preoccupazioni di vigilanza relative alle capacità di esecuzione della maggior parte delle banche, dove l’attuazione efficace delle loro pratiche è ancora in ritardo. Di conseguenza, le banche continuano a sottovalutare significativamente l’ampiezza e l’entità di tali rischi e quasi tutte le banche (96%) hanno punti ciechi nell’identificarli.
La BCE ha fissato scadenze specifiche per istituto per raggiungere il pieno allineamento con le sue aspettative entro la fine del 2024. In una prima fase, la BCE si aspetta che le banche classifichino adeguatamente i rischi climatici e ambientali e conducano una valutazione completa del loro impatto sulle banche attività entro marzo 2023. In una seconda fase, e al più tardi entro la fine del 2023, la BCE prevede che le banche includano i rischi climatici e ambientali nella loro governance, strategia e gestione del rischio. In una fase finale, entro la fine del 2024 le banche dovrebbero soddisfare tutte le restanti aspettative di vigilanza sui rischi climatici e ambientali delineate nel 2020, inclusa la piena integrazione nel processo di valutazione dell’adeguatezza patrimoniale interna (ICAAP) e le prove di stress.