giovedì, 14 Novembre, 2024
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Medici Senza Frontiere, Geo Barents cerca porto sicuro

La nave di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere “Geo Barents” ha chiesto l’assegnazione di un porto sicuro dopo aver soccorso 572 persone in sette distinte operazioni di salvataggio nelle acque internazionali di zona SAR maltese. Tra i sopravvissuti ci sono tre donne incinte e oltre 60 minori, tra cui il più piccolo ha solo 11 mesi e molti dei quali viaggiano da soli. “Durante tutte le operazioni la squadra di MSF ha tempestivamente contattato e informato sia le autorità marittime maltesi, responsabili della zona SAR in cui si sono svolte le attività di salvataggio, che le autorità italiane ma il centro di coordinamento dei soccorsi maltese non ha inviato alcuna istruzione o comunicazione” si legge in una nota. “A distanza di una settimana dal primo salvataggio, le autorità maltesi non solo non hanno fornito alcun coordinamento ma non stanno nemmeno facendo nulla per trovare o assegnare un porto dove i 572 superstiti attualmente a bordo della Geo Barents possano sbarcare. Dopo 4 richieste di porto sicuro inviate a Malta e rimaste disattese, altre 3 richieste sono state avanzate all’Italia”, aggiunge la nota.

“A bordo ci sono 572 persone, 572 storie diverse che in comune hanno i rischi intrapresi nell’attraversamento del Mediterraneo. La Geo Barents ha effettuato 7 operazioni di salvataggio in pochi giorni. Abbiamo assistito persone che viaggiavano su imbarcazioni sovraffollate in condizioni critiche” sottolinea Riccardo Gatti, responsabile delle operazioni di Msf a bordo della nave.

Tutti i soccorsi sono stati effettuati in acque internazionali di zona SAR maltese. Abbiamo chiesto più volte il coordinamento, il supporto e la presenza delle autorità maltesi, ma tutte le nostre richieste sono state disattese. Adesso abbiamo chiesto un porto sicuro anche all’Italia. A bordo c’è un ragazzo determinato ad andare in Germania. È lì che si trova sua madre, malata terminale di cancro. Vuole rivederla un’ultima volta. Non c’è stato modo di ottenere un visto e così l’unica opzione per questo ragazzo è stata mettersi in viaggio lungo la rotta più letale al mondo”.

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