Brutta tegola sui conti dell’Italia, per la spesa delle famiglie e per il credito per le imprese. L’inflazione, secondo le stime Istat, ad ottobre ha avuto una accelerazione da brivido: un salto del 3,5% su base mensile e dell’11,9% su base annua (dal +8,9% del mese precedente). La corsa è innescata dai costi dei prodotti energetici. Un solo dato per comprendere l’ampiezza del problema.
Per abitazione, acqua, elettricità, combustibili la crescita dei prezzi si attesta sul più 58,8%. Situazione straordinaria e drammatica che sarà al centro del primo faccia faccia previsto per giovedì 3 novembre tra la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e la premier Giorgia Meloni. Si parlerà , annuncia la Commissione Ue, “di energia, della buona attuazione del Pnrr in Italia e, del proseguimento del sostegno all’Ucraina”. Il dialogo puntualizza Bruxelles sarà “sulle molte sfide che ci attendono, in particolare riguardo all’energia”.
Italia, inflazione shock
Il balzo dell’inflazione ieri ha sorpreso per la rapidità e le percentuali a doppia cifra. Un’ impennata imprevista che fa scivolare indietro nel tempo. Precisamente, sottolineano gli analisti, a giugno 1983, quando di registrò una variazione del più 13%. Oggi solo nel mese di Ottobre l’inflazione ha mostrato una nuova aggressività con un balzo del più 5%. Al netto dei soli beni energetici, segnala l’Istituto di statistica, si è passati da più 5,5% a più 5,8%.
Il carrello della spesa
Ad ottobre i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona sono passanti da più 10,9% a più 12,7%, e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto da più 8,4% a più 8,9%. I soli alimentari hanno avuto una impennata da più 11,4% a più 13,1%, sia quelli “lavorati” che sono cresciuti da più 11,4% a più 13,4%; sia gli alimenti “non lavorati” che hanno subito un incremento da più 11,0% a più 12,9%.
Energia, il balzo dirompente
L’Istat entra nel dettaglio dei rincari, e sono dati da economia di guerra. Per abitazione, acqua, elettricità, combustibili la crescita registrata si attesta sul più 58,8%.
Cifre totalmente impreviste, che dimostrano come le questioni nazionali ormai sono legate a doppio filo con quelle internazionali, soprattutto per una Italia che dipende dagli altri per materie prime, energia, e alcuni prodotti agricoli come i fertilizzanti. Sempre a doppia cifra l’inflazione per cibo e bevande analcoliche che salgono del 13,5%. Trasporti più 8,0%. Servizi ricettivi e di ristorazione più 7,5%. Mobili, articoli e servizi per la casa più 7,1%. Altri beni e servizi più 3,1%. Abbigliamento e calzature più 3,0%. Alcolici e tabacchi più 2,3%. Modesti invece gli incrementi per i settori ricreativi, gli spettacoli e la cultura più 1,7%. Istruzione più 1,0%. Servizi sanitari e spese per la salute più 0,8%.
Il settore delle “Comunicazioni”, invece è sceso con un meno 2,5%.
Risparmi in fumo
Le famiglie, tra loro diverse sul piano finanziario per introiti e risparmi, hanno reagito secondo le risorse loro a disposizione. Quelle povere per mantenere i consumi hanno fatto ricorso alle proprie riserve o a prestiti. Mentre il problema per le famiglie agiate resta l’inflazione che mangia i risparmi messi da parte. La divaricazione è emersa dalla indagine realizzata da Acri con Ipsos, che pone in evidenza come c’è chi si indebita, e chi vede invece il ridursi la propria quota dei risparmi. La ricerca segnala che ci sono sempre meno famiglie in grado di far fronte con mezzi propri a situazioni di difficoltà: il 39% (era il 42% nel 2021) che potrebbe affrontare con serenità una spesa imprevista pari a 10mila euro.
Meno depositi più debiti
L’indagine sui cittadini in tempi di inflazione si intitola “Gli italiani e il risparmio”, realizzata da Acri con Ipsos. La capacità di risparmio, quindi una fonte di tranquillità rispetto all’attuale situazione economia e rimane, come in passato, una priorità: più di un terzo (37%), si legge nell’indagine, non vive tranquillo se non mette da parte qualche risparmio, che preferisce tenere liquido, facendo giocare agli investimenti un ruolo di secondo piano, a fronte di un ridimensionamento di chi affronta il risparmio senza troppe rinunce (49% contro 53% nel 2021).
Chi risparmia e chi galleggia
Prima annotazione, le famiglie che lo scorso anno erano in una posizione intermedia, “in galleggiamento”, stanno ora scivolando verso una situazione di difficoltà o di rischio povertà. Mentre il 35% degli italiani risparmierà meno. Infine c’è un 11% di famiglie che invece riuscirà a risparmiare di più. L’indagine Acri-Ipsos, indica un marcato calo delle famiglie in risalita o con un trend positivo di risparmio (23% contro 35%) e raddoppiano le famiglie che stanno affrontando o che affronteranno una crisi grave o moderata nella capacità di accumulo (35% contro 18%).
Le reazioni, Giorgetti
Per il ministro dell’economia e finanze Giancarlo Giorgetti, in linea con il prossimo incontro del premier Giorgia Meloni con la Presidente Ue, von der Leyen, la soluzione è nel ridurre i prezzi dell’energia.
“Essendo i prezzi energetici il principale fattore di spinta al rialzo dei prezzi al consumo”, evidenzia Giorgetti, “l’inflazione deve essere contrastata anche intervenendo su fondamentali del mercato del gas, riduzione domanda e aumento offerta alternativa a quella russa”.
Le reazioni, Letta
“Novembre e dicembre saranno i mesi della legge di bilancio”, fa presente il segretario Pd, Enrico Letta, “saremo pronti con le nostre controproposte. Alcune le abbiamo messe a punto, riguardano l’energia e i salari. Propongo che ci prendiamo tre giornate, il 19 novembre, il 26 e il 3 dicembre, che ci consentano anche di fare partire una mobilitazione con le nostre proposte”.
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