Meloni ha cercato più di spiazzare le opposizioni che di strigliare la maggioranza.
Il risultato l’ha ottenuto. Gli alleati non hanno avuto margini per mettere le bandierine e la Lega si è limitata a dire che vigilerà sul rispetto degli impegni. Le opposizioni hanno preso tre strade diverse. Azione non alzerà barricate ed è pronta a fare proposte concrete per spingere Meloni su posizioni più moderate. I 5 Stelle, scatenati, non daranno tregua cavalcando a modo loro il disagio sociale e il pacifismo a senso unico. Il Pd scavalcato a sinistra da Conte cercherà di distinguersi con un’opposizione su temi sociali e dei diritti ma starà col governo su l’Ucraina, l’atlantismo e dovrà valutare con attenzione quello che Meloni farà in Europa.
Il Presidente del Consiglio ha fatto capire che non andrà a Bruxelles per inseguire Orbàn ma cercherà di affermare un ruolo più forte dell’Italia. Paradossalmente Meloni sembra volersi ispirare proprio alla Francia, che ha declinato l’europeismo sempre nell’ottica della sua grandeur. Ed è proprio sul terreno europeo che Meloni è attesa alla prova più delicata. Perché rivendicare un ruolo più centrale e propulsivo per l’Italia significa mettersi in competizione soprattutto con la Germania, e trovare un rapporto più stretto proprio con la Francia per evitare l’isolamento.
Ma per avere più voce in Europa l’Italia deve essere più credibile, scrollarsi di dosso l’immagine di pecora nera della casa europea. Per fare questo servono riforme serie, politiche di bilancio rigorose ed espansive, una mobilitazione di tutte le energie produttive, il taglio di sprechi, di orpelli burocratici e lo snellimenti o di procedure per favorire investimenti. Meloni ha detto chi vuol fare tutto questo e ha tranquillizzato sulla difesa della libertà, il rifiuto del fascismo e il non arretramento sul terreno dei diritti.
Ha chiesto un’apertura di credito non solo ai partiti ma anche alla società italiana invitandola a chiudere la pagina dell’assistenzialismo e a rimboccarsi le maniche.
Ha parlato a quegli elettori che l’hanno votata non per il suo passato ma perché lei possa rappresentare una vera novità e tirar fuori il Paese da un ripiegamento su se stesso riprendendo un sano orgoglio nazionale. Temi che non sono né di destra né di sinistra, ma dettati dal buon senso.