venerdì, 15 Novembre, 2024
Società

Istat, nel 2021 riaumentate le richieste di permessi di soggiorno

L’Istat rivela che nel 2021 sono stati rilasciati 241.595 permessi di soggiorno in Italia, oltre 135 mila in più rispetto al 2020. I flussi in ingresso sono tornati ai livelli pre-pandemia, registrando un incremento del 127%, ma non c’è stato un vero e proprio recupero, nonostante una notevole crescita dei permessi di lavoro, cui hanno beneficiato in maniera rilevante i cittadini ucraini. Lo scoppio del conflitto in Ucraina ha spinto molte persone a lasciare il Paese e la comunità ucraina in Italia ha registrato una continua crescita. Solamente durante l’anno passato sono stati emessi quasi 31 mila documenti di asilo (+129% rispetto al 2020), un numero superiore anche a quello registrato nel 2019. Tuttavia, in termini relativi i permessi per asilo e altre forme di protezione hanno, sul totale dei nuovi rilasci, una minore importanza rispetto al 2019 (12,8% contro 15,6%) perché, a seguito del provvedimento di regolarizzazione emanato nel 2020 (art. 103 del D.L. 34 del 2020), sono cresciuti notevolmente i permessi per lavoro. Nel 2021 sono stati 51.019 i nuovi documenti rilasciati ai migranti per lo svolgimento di attività lavorativa, più di quanti ne erano stati emessi in tutto il quadriennio precedente (meno di 48.500), e rappresentano oltre il 21% dei nuovi permessi rilasciati, una quota record visto che dal 2015 non avevano mai superato il 10% del totale dei nuovi rilasci. I permessi per studio concessi, pari a 17.603 nel 2021, risultano più che raddoppiati rispetto all’anno precedente ma non sono ancora tornati ai livelli del 2019 e del 2018, quando superavano i 20 mila. Raddoppiati anche i permessi per famiglia che tornano sopra le 122 mila unità e fanno registrare, in termini assoluti, il picco più alto dal 2012 a oggi. Il numero di nuovi ingressi nel Paese cresce per tutte le principali collettività ma il primato spetta all’Ucraina che registra un +209% tra il 2020 e il 2021 (contro un aumento medio di +127%), l’incremento più alto tra le prime dieci collettività.

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