Il Congresso del Partito Comunista Cinese ha approvato la sua unica guida suprema. Pertanto, la tradizione non scritta secondo cui il Segretario generale della Repubblica popolare cinese è eletto solo per due mandati è stata infranta.
Allo stesso tempo, quattro membri su sette sono stati rimossi dal Politburo.
Inoltre, proprio durante il congresso, il predecessore di Xi, Hu Jintao, è stato portato fuori dalla sala senza spiegazioni.
- Hanno lasciato il Politburo:
Primo Ministro del Consiglio di Stato della Repubblica Popolare
Cinese Li Keqiang; - Presidente del Comitato Permanente dell’Assemblea Nazionale dei
Rappresentanti del Popolo (Parlamento del Paese) Li Zhanshu; - Presidente del Comitato All-China del Consiglio Consultivo Politico
del Popolo (alto organo consultivo) Wang Yang; - Primo vice primo ministro Han Zheng.
Le immagini diffuse dal regime di Pechino sono la rappresentazione visiva di ciò che accade nei Paesi in cui le cosiddette “autocrazie” detengono il potere.
A certe latitudini i regimi in carica non solo non consentono alcuna espressione del libero pensiero o attività che possa mettere anche solo lontanamente in pericolo la propria supremazia, ma avvertono il bisogno di riaffermarla anche visivamente, manifestando in tutta la sua arroganza il proprio potere.
Ecco che quindi vedere il vecchio leader cinese Hu Jintao portato via a forza davanti a Xi Jinping che lo guarda con fare indifferente se non compiaciuto assume un significato ancora più pesante.
Questi dittatori [ndr. smettiamo di chiamarli “autocrati”] siano Xi Jinping, Putin e tutti quegli altri di cui non ricordiamo neanche il nome, non si accontentano di affermare il proprio potere, ma sentono il bisogno di umiliare i propri avversari. Dovrebbero pensarci bene coloro che negli anni passati hanno guardato a questi Paesi come dei “modelli” a cui ispirarsi.