La gestazione è stata turbolenta, il parto rapido, la creatura nasce sana e, a quanto pare, con robusta costituzione, nel bel mezzo di una tempesta di problemi.
Giorgia Meloni può essere orgogliosa di sé: è la prima donna che guida un governo nella storia d’Italia e lo fa avendo saputo tenere a bada, finora, due alleati ingombranti come Berlusconi e Salvini. Sull’altra sponda, Letta, Calenda, Renzi e Conte si ricordino che un Paese si governa anche dall’opposizione.
Il Governo Meloni esibisce una netta impronta “patriottica” anche nella denominazione di ministeri (made in italy, sovranità alimentare, sicurezza energetica). È un governo politico e anche tecnico.
Alcuni ministri hanno già ampia dimestichezza con i problemi di loro competenza (Nordio, Crosetto, Urso, Giorgetti, Tajani, Fitto, Calderoli, Casellati). I tecnici sono di qualità e con esperienza nl loro settore (Piantedosi, Calderone, Schillaci, Abodi, Sangiuliano). Meloni sarà subissata da problemi che richiedono decisioni urgenti. e pesanti. Ne dà conto Maurizio Piccinino nel suo articolo su La Discussione.
Clima internazionale aperto
Meloni viene accolta da un clima internazionale molto migliorato rispetto agli umori diffidenti e talvolta ostili di mezza estate. Lei ha dato chiarissime garanzie sulla collocazione europea e atlantica del nostro Paese e ha fugato il timore che, come nel 2018, il populismo stesse per impossessarsi delle leve di comando dell’Italia.
I leader europei, Macron in primis, di dicono collaborativi e rispettosi delle scelte degli elettori. Gli Stati Uniti guardano con attenzione e interesse alla neo presidente del Consiglio. Insomma dall’estero Meloni può aspettarsi malevolenze solo da Putin e in diversa misura dalla Cina. In Europa, Meloni beneficia dell’eredità di Mario Draghi che ha dimostrato come il nostro Paese possa essere protagonista con successo di scelte coraggiose. Ma il fronte più delicato è quello interno.
Le difficoltà del fronte interno
La luna di miele che in genere caratterizza i primi cento giorni di ogni governo stavolta sarà costellata di dure sfide di cui Meloni è consapevole e alle quali si sta preparando fin dall’inizio della campagna elettorale. Rispetto agli altri conservatori europei di cui è leader, Meloni ha un’ispirazione di destra sociale lontana dagli schematismi disastrosi, per esempio dei colleghi britannici. Difficile che cada nell’errore di scelte massimalistiche che mettano a rischio la tenuta sociale del Paese.
La tenuta della maggioranza
Eppoi c’è il problema politico della coesione e della stabilità della maggioranza. Meloni dovrà essere guardinga e munirsi di tutti gli strumenti per guidare con determinazione il suo governo. Non c’è tempo per meline o decisioni pasticciate. Il Paese, o come preferisce Meloni, la Nazione ha bisogno di un buon governo. Nell’interesse non di chi ha vinto le elezioni ma dei cittadini italiani