lunedì, 25 Novembre, 2024
Esteri

Il leader del Tagikistan a muso duro contro Putin

Al Forum Russia-Asia centrale" di Astana un inatteso smacco per lo zar

Al “Forum Russia-Asia Centrale” che si è svolto ad Astana, Putin ha subito l’ennesimo “smacco” diplomatico. L’episodio è passato totalmente inosservato da parte dei media occidentali, la cui attenzione era totalmente focalizzata sul voler conoscere se Putin fosse pronto o meno ad incontrare Biden al prossimo G7 in Indonesia.

Protagonista di questo vero e proprio incidente diplomatico è stato Emomalī Rahmon, presidente del Tagikistan, che, in uno straordinario sfogo, ha chiesto – in modo particolarmente “ruvido” – al presidente russo Vladimir Putin di mostrare rispetto per i suoi partner strategici in Asia Centrale.

Il Presidente tagiko, puntando letteralmente il dito contro Putin, ha esordito sottolineando come il Tagikistan, pur contando circa 2 milioni cittadini di etnia russa, abbia riscontrato totale disinteresse da parte di Mosca per le reiterate richieste di supporto di libri di testo in lingua russa, nonostante il russo sia materia di studio obbligatorio dalla scuola materna all’università.

Il tono di Rahmon si è fatto ancora più veemente quanto poco dopo ha aggiunto: “I tuoi uomini d’affari vengono e ci derubano delle nostre risorse naturali, a loro interessa solo il petrolio, il gas che li arricchirà. Ma che ne dici del nostro settore? I nostri interessi strategici nazionali? Non ti interessano!”.

Ma il discorso, lungo ed articolato, ha toccato anche molti altri punti, non meno critici: “Ero lì quando è crollata l’Unione Sovietica, ne sono stato testimone. So perché è crollata, è per le stesse cose che stai facendo ora. Non ha sostenuto le piccole nazioni, non le ha aiutate a svilupparsi economicamente, a preservare la cultura, le tradizioni. Come te! – aggiungendo – Non siamo una grande nazione, ma abbiamo la nostra storia, abbiamo la nostra cultura e tradizioni e le amiamo […] Non vogliamo i tuoi soldi, vogliamo essere rispettati come meritiamo […] Ospitiamo le tue basi militari, facciamo tutto ciò che chiedi, cerchiamo davvero di essere ciò che pretendi di essere per noi ‘partner strategici’, ma non veniamo mai trattati come partner strategici! Senza offesa, ma vogliamo essere rispettati!”.

Mai qualcosa del genere era accaduto nel corso delle precedenti edizioni del Forum Russia-Asia centrale. Un tempo, Vladimir Putin incuteva timore agli altri partecipanti ed amava affermare la propria supremazia anche arrivando in ritardo alle riunioni programmate.

Quando accaduto ad Astana è emblematico della debolezza del presidente russo che si vede costretto a subire un simile attacco frontale da parte del leader tagiko, mentre i suoi colleghi Capi di stato dell’Asia centrale osservavano con approvazione, senza poter reagire in alcun modo, limitandosi ad incassare il colpo.

Se il vertice di Astana aveva lo scopo di mostrare una Russia forte, quanto accaduto ha dimostrato il contrario. Il Cremlino è ora più isolato che mai.

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