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GIORGIA MELONI POLITICO SULLO SCHERMO SILVIO BERLUSCONI POLITICO E MATTEO SALVINI POLITICO

Centrodestra, difficile ricucitura. La nebbia all’irto Colle…

Attesa per le decisioni di Forza Italia dopo le offese di Berlusconi a Giorgia Meloni
lunedì, 17 Ottobre 2022
1 minuto di lettura

Per ora, dall’alto dello studio alla vetrata del Quirinale, il panorama della maggioranza sembra avvolto in un’inattesa e fastidiosa nebbia.
Alla fine, forse, un accordo si troverà. Ma riuscirà Giorgia Meloni a dar vita al Governo di alto profilo che tenacemente cerca di costruire nonostante i suoi alleati facciano di tutto per impedirglielo? O il risultato sarà una squadra debole e frutto di antiche alchimie?
Tutto dipenderà dalla ragionevolezza delle richieste di Lega e Forza Italia che si comportano come se non avessero perso la metà dei loro voti e usano in maniera spregiudicata il potere di coalizione nei confronti di un partito che ha il triplo dei loro consensiMa, soprattutto, bisognerà rimuovere il macigno costituito dall’avversione personale di Berlusconi nei confronti della giovane leader. Impresa tutt’altro che semplice, conoscendo i caratteri di entrambi.

Berlusconi ha fatto di tutto per rendere palese la sua forte ostilità contro Meloni esibendo una sfilza di aggettivi negativi nei suoi confronti e impedendo ai senatori di Forza Italia di votare per La Russa alla Presidenza del Senato. Uno strappo reso ancor più clamoroso dai voti dell’opposizione, che hanno reso irrilevante il gesto di Berlusconi.

Ne ha approfittato Salvini: ha cercato di strappare posizioni di rilievo nell’ipotetico governo e ha imposto un suo fedelissimo alla presidenza della Camera. Fontana, nel discorso di insediamento, ha insistito volutamente sul tema delle autonomie regionali una musica che non suona bene alle orecchie di Fratelli d’Italia.

Insomma Lega e Forza Italia si comportano come se non avessero perso la metà dei loro voti e usano in maniera spregiudicata il potere di coalizione nei confronti di un partito che ha il triplo dei loro consensi. Pensano forse di essere ancora nella prima repubblica quando anche un partito del 3% poteva dar filo da torcere alla Democrazia Cristiana, perché l’opposizione comunista era inutilizzabile per il governo. Oggi le cose sono cambiate ma nelle coalizioni, al di là dei barocchi proclami sul bipolarismo, c’è ancora chi si illude di poter alzare la posta all’infinito.

Meloni finora ha mostrato determinazione e nervi saldi. Se è vero che i voti di Lega e Forza Italia sono indispensabili è anche vero che se i due tirano troppo, la corda si spezza, il centrodestra ne esce con le ossa rotte. E se si dovesse tornare alle urne i due partiti minori della coalizione rischierebbero di perdere altri voti.

Intanto Mattarella aspetta che la nebbia si diradi e che il comportamento de partiti non sia in contrasto col voto degli elettori.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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