Anche a Roma, come in molte altre città, stiamo assistendo al moltiplicarsi delle manifestazioni di solidarietà verso le donne iraniane e curde. Dai Social sale la protesta, alimentata da una forte partecipazione emotiva di giovani studentesse e studenti ma anche dal coraggio di persone comuni che condannano con fermezza la tragica morte di Mahsa Amini. La ventiduenne curdo-iraniana, “colpevole” di non indossare correttamente il velo, ha perso la vita tre giorni dopo essere stata arrestata.
Il divieto di accesso a WhatsApp e Instagram imposto dalle autorità di regime
Lo scorso sabato 1° ottobre, dalle principali piazze di tutto il mondo si è levato lo slogan: “No alla dittatura! L’Iran vuole internet!”. Un grido che viene ormai pronunciato in tutte le lingue dalla folla di manifestanti che, guidata da giovani donne iraniane, si muove in cortei che reclamano un Iran democratico.
Le Immagini di quei cortei vengono trasmesse dai tg di tutto il mondo e alimentano le discussioni nelle scuole e nei nostri licei.
Decisamente più forti sono le immagini della repressione delle rivolte popolari che, nonostante l’interruzione della connessione alla rete internet e il divieto di accesso a WhatsApp e Instagram imposto dalle autorità di regime, continuano a circolare.
L’appello di Amnesty International
Intanto, Amnesty International denuncia l’uccisione di 130 persone e l’arresto di altre 1500, tutte partecipanti alle manifestazioni di protesta e lancia l’appello per l’abolizione della legge che obbliga le donne a indossare il velo, invocando la fine della repressione e dell’impunità di quel regime.
Per proteggere il “diritto alla protesta” contro la cosiddetta polizia “morale” iraniana, l’invito che viene rivolto a tutti noi è quello di firmare appello attraverso il sito internet di Amnesty International: https://www.amnesty.it/appelli/iran-proteggere-il-diritto-di-protesta/
Si grida “Donne, vita, libertà!” brandendo la ciocca di capelli tagliati
Il taglio della ciocca di capelli è diventato così il gesto simbolico di questa protesta che sta assumendo dimensioni globali.
Per prime, sono state le giovani donne iraniane a proporre quel gesto di protesta, poi è arrivata la solidarietà dei giovani uomini, plateale è stato l’intervento dei calciatori della nazionale di calcio iraniana. A tagliarsi la ciocca di capelli in segno di protesta sono state anche moltissime attrici e cantanti francesi. Un gesto di solidarietà che è stato subito ripreso anche dalle loro colleghe italiane, come Claudia Gerini e persino dal conduttore di Uno Mattina, Massimiliano Ossini che, in diretta su Rai1, ha preso le forbici e ha tagliato una ciocca dei suoi capelli.
Anche l’Eurodeputata Abir Al-Sahlani, svedese di origine irachena, si è tagliata una ciocca di capelli, gridando le parole: “Donne, vita, libertà!”. Così dall’aula del Parlamento europeo si è passati alle aule scolastiche. Sono sempre di più le ragazze e i ragazzi che postano su Instagram il video in cui, con un paio di forbici alla mano si tagliano una ciocca di capelli.
* Liceale e Speaker radiofonica at New Sound Level 90FM