Perché tanti guai con l’energia? La risposta per la Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti (Figisc) è nei “profondi errori di politica economica: l’assenza di una concreta e realistica strategia energetica”. Oltre a questo, segnalano i gestori “l’inadeguatezza e la fragilità dei provvedimenti assunti dalla politica italiana”, scrivono i gestori, “e infine la scelta del precedente governo di collegare la politica energetica, in seno al Ministero dell’Ambiente, ribattezzato con il nome di Transizione ecologica”.
Troppi errori commessi
Oltre alla Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti le altre Federazioni di categoria Faib e Fegica, alla vigilia dell’insediamento Parlamento e del nuovo governo, ripetono che gli errori li ha commessi la “politica Italiana” con i suoi tentennamenti e mancanza di realismo.
Il tempo perso in non scelte
Le Federazioni sottolineano il tempo perso mentre, spiegano “servivano interventi strutturali e immediati da parte del governo. “Il Mite si è occupato poco e male dei problemi energetici”, attacca la Figisc nella
nota. Il Ministero è infatti nato per “occuparsi di biodiversità, di salvaguardia del territorio, di fenomeni elettromagnetici, del patrimonio costiero, ecc”. “Le nuove competenze”, osserva la Federazione, “che riguardano lo sviluppo sostenibile e l’efficienza energetica, senza un quadro di riferimento complessivo e una visione d’insieme risultano confuse e poco inserite nelle politiche ministeriali”.
La situazione peggiora
Oggi ci troviamo davanti alla “più grave crisi energetica che l’Italia abbia mai affrontato, molto peggio di quella del 1974”, scrive la Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti, “la situazione è in netto peggioramento e ora più che mai appare più urgente”.
I gestori: Ministero per l’energia
Per la Federazione serve un accentramento delle risorse e delle competenze in un “unico soggetto istituzionale che si occupi esclusivamente della programmazione, dell’organizzazione e della gestione delle funzioni produttive in materia di industria, energia, artigianato, commercio e Piccole e medie imprese, “dei servizi e del terziario”, propone la Figisc. “È arrivato quindi il momento di costituire un “Ministero per l’Energia” (o almeno il ritorno dell’Energia nel dicastero dello Sviluppo Economico), anche alla luce degli importanti obiettivi del Piano nazionale, della transizione e dei grandi cambiamenti della mobilità che impattano sul settore produttivo e distributivo”. “Non è più tempo”, conclude la Figisc nella nota congiunta, “di attardarsi in discussioni inutili: c’è bisogno di fare in fretta!”.