domenica, 17 Novembre, 2024
Attualità

Nuove regole nel Dl su sostenibilità infrastrutture

In tutte le fasi di programmazione, progettazione ed esecuzione delle opere pubbliche i Provveditorati dovranno perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile e utilizzare le buone pratiche per la sostenibilità delle infrastrutture definite a livello internazionale ed europeo, vigilando sul loro rispetto da parte degli operatori economici che svolgono i lavori. È quanto prevede il decreto firmato dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini e approvato nell’ultimo Cdm, che introduce le linee guida per garantire il rispetto di principi e criteri di sostenibilità lungo tutto il processo di realizzazione degli investimenti pubblici.

Le Linee guida, elaborate sulla base delle pratiche di sostenibilità messe in atto dai Provveditorati nell’ultimo anno, si applicano alla realizzazione delle opere la cui attività di programmazione sia avviata a partire dal primo gennaio 2023. “Grazie al lavoro svolto dai Provveditorati in tema di sostenibilità per la progettazione e realizzazione di opere pubbliche, abbiamo varato Linee guida per fornire indicazioni per la valutazione e realizzazione delle opere pubbliche di loro competenza”, dichiara il ministro Giovannini.

“Si prevedono standard più elevati per la programmazione, la progettazione e l’esecuzione degli interventi, tenendo conto degli Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu, del Green Deal europeo e dei criteri del Next Generation Eu. Tra le principali novità segnalo, in particolare, l’introduzione di un sistema premiale per le aziende che adottano modelli innovativi, di alta qualità costruttiva per garantire la sostenibilità economica, sociale e ambientale degli interventi”, aggiunge.

Per quanto riguarda la fase di programmazione, i Provveditorati orienteranno le proprie iniziative e attività nel rispetto del principio “Do no significant harm” (DNSH) introdotto dal regolamento europeo (2020/852), in relazione a tutti gli interventi e non solo a quelli finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) o dal Piano Nazionale Complementare (PNC), adottando la modalità che più di altre evitino danni ambientali.

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