Nell’intervista rilasciata da Alexandre Arrobio, Rappresentante della Banca Mondiale in Tunisia, in occasione del Forum Francia-Africa all’interno del panel “Finanziare la Transizione ecologica in Africa”, Mr Arrobio ha posto l’accento sul progetto di interconnessione elettrica tra Tunisia e Italia finanziato da Banca Mondiale, con UE e BEI e KFW (la banca tedesca per lo sviluppo). Lo riferisce il quotidiano locale La Presse. Il nuovo collegamento elettrico tra Italia e Tunisia metterà in comunicazione la stazione elettrica di Partanna (in provincia di Trapani) con una stazione corrispondente, nella penisola tunisina di Capo Bon, con una potenza di 600 MW sarà realizzato in corrente continua e inserito nelle Rete elettrica nazionale attraverso una Stazione di conversione da corrente continua in alternata. Questa sarà realizzata lontano dall’abitato, a fianco della stazione elettrica esistente a Partanna, con architetture e colori in sintonia col paesaggio e circondata da una barriera naturale di alberi. Da Partanna si arriverà alla costa con un cavo interrato che percorrerà strade esistenti lasciando inalterati ambiente e paesaggio, incluse le zone costiere di approdo.
Dall’approdo italiano il cavo sottomarino, dopo 200 chilometri, raggiungerà la costa tunisina attraversando il Canale di Sicilia. Studi marini-ambientali permetteranno di definire il miglior tracciato nel rispetto dei fondali e degli ecosistemi. L’attenzione al territorio e all’ambiente è un punto fermo per Terna e anche questo progetto unisce risposte tecniche al minimo impatto possibile. TUNITA è un progetto di interesse comunitario (o “PCI”): così sono identificati i progetti di massima importanza strategica per lo sviluppo di infrastrutture per l’energia in Europa. Il progetto contribuirà al miglioramento dell’ approvvigionamento energetico dei Paesi del Maghreb. Al momento il progetto si trova nella fase di studio di fattibilità finanziato per 13 milioni di dollari. Ma accanto a questo si segnalano progetti di ammodernamento degli impianti e della rete STEG -compagnia dell’elettricità e del gas tunisina, per 160 milioni di dollari. La Tunisia al momento è costretta ad importare energia per il 48% al di là delle questioni ecologiche e di decarbonizzare e c’è la necessità di diversificare le fonti energetiche puntando su energie pulite e idrogeno verde. (ITALPRESS).