martedì, 24 Dicembre, 2024
Economia

Famiglie in difficoltà e cartelle esattoriali il fronte sociale sfida per il nuovo Governo

Cartelle esattoriali, debiti al galoppo, record dei prezzi per l’energia e inflazione. Sono i macigni che rotolano contro i bilanci e i consumi. C’è la tempesta perfetta la cui forza e misura si desume già dai titoli dei giornali che segnalano le stangate come “insostenibili” e “abnormi”.

In questi giorni come ricordiamo in un nostro approfondimento, sono in rampa di lancio per essere inviate 13 milioni di cartelle esattoriali. Sono i soldi – bloccati da due anni per lo stop del Covid – che lo Stato vuole incassare per multe, imposte, versamenti, che non sono stati onorati. La Federcontribuenti ricorda inoltre che alle 13 milioni di cartelle vanno aggiunte 2,5/3 milioni di cartelle che Agenzia delle Entrate e altri Enti affideranno ad Agenzia delle Entrate Riscossione entro il 2022.

Chi potrà pagare?

Pensare che le famiglie possano avere soldi per fronteggiare l’intero tsunami dei rincari e dei pagamenti è davvero una illusione. La politica e il nuovo Governo dovranno prendere atto che le difficoltà sono straordinarie. Il Centrodestra da tempo indica in una tregua e pace fiscale la possibilità di ristabilire un equilibrio tra contribuenti e Agenzia delle entrate. Proprio per la delicatezza della materia, che apre orizzonti non solo economici ma morali e civili, è necessario fare un approfondimento.

I 900 miliardi di crediti inesigibili

Per capire come milioni di cittadini si siano impelagati con il fisco bisogna ricordare che nel cosiddetto magazzino fiscale dell’Agenzia delle entrate e riscossioni, ci sono crediti inesigibili, (secondo una stima prudenziale) di oltre 900 miliardi di euro. Una cifra che nessun Governo riuscirà ad riavere per le casse pubbliche. Il motivo è semplice, – a parte i grandi evasori e i buchi economici creati da grandi aziende statali -, per lo più nel “Magazzino” ci sono multe per piccoli importi, bollette a carico di persone che non sono più in vita, di imprese fallite, di cittadini che pur volendo non hanno risorse economiche per pagare. Su questo il direttore dell’Agenzia delle entrate Ernesto Maria Ruffini è stato chiaro, nel dire che del problema dovrà occuparsi il Parlamento tanto ampia è duratura la dimensione del fenomeno.

Famiglie debiti al galoppo

Altro dato sul quale riflettere è il debito delle famiglie che a fine 2021 ammontava a 574,8 miliardi di euro (+21,9 miliardi rispetto al 2020).
Secondo l’Ufficio studio della società di analisi sociali e finanziarie Cgia, c’è in questa marea di miliardi di debiti un altro rischio, quello dell’usura. Un tema oltremodo attuale dal momento che migliaia di piccole imprese rischiano il fallimento. Secondo la Cgia, sono le realtà più esposte. “Questo dimostra”, osserva la Cgia, “che lo Stato deve intervenire con massicce dosi di liquidità, altrimenti molte imprese cadranno prigioniere di fuorilegge”.

La Crif da riformare

Inoltre come sa qualsiasi cittadino un debito, – anche di poco e anche magari pagato – può far scattare la segnalazione al Centro rischi finanziari (Crif). Allora oltre ad essere cercati e scovati dal fisco non si ha nessuna possibilità di riemergere dai debiti anche quelli di poco conto, perché essere negli elenchi della Centrale rischi finanziari significava avere il conto corrente bloccato, non potere accedere a nessuna linea di credito, ed essere messo di fatto fuori la società civile. Da tempo ricordiamo che un sistema del genere ha molti limiti ed è invasivo al punto da soffocare il cittadino o l’impresa in momentanea difficoltà. Serve una radicale riforma di questo strumento.

Per il Sud uomini di dialogo

C’è da chiedersi come si può riemergere da una situazione così difficile? Come può il Governo ricreare un circolo virtuoso che coinvolga tutti verso un obiettivo, ridurre le tasse, semplificare il sistema e alzare la produttività. In questa sfida deve entrare il Sud dove i problemi si addensano. C’è bisogno per questo di personalità politiche di spicco, che sappiano dialogare e convincere che la strada non è l’assistenza, non sono i fondi a pioggia, non è il Reddito di cittadinanza esteso a tutti, che penalizza chi vuole impegnarsi nel lavoro, nella sfida imprenditoriale e del futuro. Il Centrodestra rifletta sul suo capitale umano e politico. Il tema sviluppo e fisco hanno bisogno di persone competenti e che abbiano una sensibilità al dialogo e nel contempo che sappiano essere incisive.

Un condono tombale

Le riforme ben vengano. Una tregua fiscale di certo darà un segnale sia cittadini che alle imprese in difficoltà e su questo il Centrodestra ha le idee chiare e il tema cartelle fiscali è in cima all’agenda di Governo. Noi di fronte ad una realtà così complessa e compromessa ribadiamo che il problema ha un’unica soluzione, quella del condono tombale. Sarà necessario azzerare il passato per ridare fiducia verso il futuro. Nel contempo sarà giusto e necessario che il Governo approvi nuove regole, realizzi un fisco che sappia essere tempestivo, semplice e giusto. Gli italiani non sono un popolo di evasori ma di cittadini e di imprese che pagano. Che seppure in difficoltà possono avere l’opportunità per recuperare. Sarà una sfida in tempi difficilissimi. Proseguire tuttavia con rattoppi e piccoli passi non porterà lontano.

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