venerdì, 29 Novembre, 2024
Società

Ventata rosa a Palazzo dei Marescialli

Grande successo delle magistrate nelle elezioni del nuovo Csm

Il nuovo CSM registra una importante vittoria di genere testimoniata dall’elevato numero di voti riportato da ciascuna delle magistrate elette Mariafrancesca Abenavoli, Paola D’Ovidio, Mimma Miele, Bernadette Nicotra, Maria Vittoria Marchianò e Luisa Mazzola.

Incontriamo la neo Consigliera Bernadette Nicotra di Magistratura Indipendente, la prima tra gli eletti nei quattro collegi dei candidati giudicanti, con ben 636 preferenze: una evidente attestazione di fiducia e stima non solo nei valori e nel programma della corrente ma nella donna magistrato, giudice dibattimentale del Tribunale di Roma della sezione specializzata per i reati del Codice Rosso.

Bernadette Nicotra

È sempre stata iscritta a Magistratura Indipendente? O è una conservatrice “a prescindere”?
In trenta anni di lavoro ho sempre deciso secondo la legge e tenendo ben presenti la lettera e lo spirito della Costituzione: in questo mi sento orgogliosamente “un giudice conservatore”, non una conservatrice a prescindere.
Solo da pochi anni ho condiviso un percorso ideale con Magistratura Indipendente. Mi identifico come un giudice che “conserva” i valori enucleati nella nostra Costituzione.
Credo fermamente che ogni giudice debba trovare la propria legittimazione nel decidere secondo le leggi della Repubblica “in nome del popolo italiano” anche quando queste leggi non le condividiamo.

Le correnti hanno ostracizzato le candidature degli indipendenti o i magistrati hanno preferito affidarsi ai gruppi associativi? E per quali ragioni?
Sono molto soddisfatta dell’alta partecipazione dei colleghi a queste elezioni e ci tengo a dire che le correnti non hanno ostracizzato le candidature degli indipendenti perché ogni candidato ha avuto la possibilità di svolgere la propria campagna elettorale. Piuttosto è il risultato elettorale che ci consegna una rinnovata fiducia dei colleghi nelle correnti legittimandone l’esistenza non quali “centri di potere” ma, al contrario, come aggregazioni e punti di riferimento fisiologiche al dibattito ideale e culturale in magistratura.

In una sua recente intervista ha sostenuto che la missione del nuovo CSM è difendere i Tribunali. Vuole spiegare ai cittadini che cosa intende?
Oggi l’opinione pubblica e i cittadini sono interessati ad una risposta di giustizia in termini di efficienza e celerità che purtroppo è spesso gravemente condizionata dalla cronica carenza di organico, dalla inadeguatezza delle risorse, e da una normazione processuale che talvolta sembra essere scritta da chi non ha mai frequentato un Tribunale. Sarà dunque priorità assoluta del nuovo Csm la copertura degli organici degli uffici giudiziari, in modo che vi sia sempre numero di magistrati adeguato alle numerose richieste di giustizia. Solo così, potremmo scongiurare il pericolo di una paralisi dei Tribunali Italiani, anche perché solo con risorse di uomini e mezzi la magistratura sarà in grado di recuperare credibilità e autorevolezza ed esprimere la propria indipendenza ed autonomia rispetto agli altri poteri dello Stato.

Lei è stato membro di diversi CPO. La magistratura di oggi garantisce pari opportunità nei ruolo direttivi?
Il risultato di queste elezioni va nella direzione di una maggiore rappresentanza delle donne nelle Istituzioni, infatti, sono state elette, insieme a me, altre quattro valide colleghe. Certamente il gap della rappresentanza delle donne in magistratura continua ad essere significativo in tema di conferimento di incarichi direttivi e semidirettivi. La questione si lega indubbiamente al tema della genitorialità. Un tema che nella magistratura assume una complessità particolare perché i modelli di organizzazione sono modelli maschili che non contemplano spazi e tempi per la cura dei figli e dei carichi di famiglia. Quindi spesso le donne magistrato sono “forzatamente “ riluttanti verso la carriera in magistratura.
Il prossimo Csm dovrà impegnarsi a promuovere iniziative volte a potenziare gli strumenti di tutela della genitorialità (spesso monoparentale) attraverso la previsione di soluzioni compensative che consentano di coniugare professionalità e maternità /paternità.

Il nuovo CSM riuscirà ad evitare l’enfasi mediatica di questi ultimi tempi sulle nomine? E come?
Sicuramente un altro tema centrale nell’agenda del prossimo Consiglio Superiore della Magistratura riguarda la carriera dei magistrati perché da quando con la riforma dell’ordinamento giudiziario nel 2006 gli incarichi direttivi e semidirettivi sono stati sganciati dal criterio dell’anzianità, si è diffuso il convincimento, alimentato anche dagli annullamenti del Tar di nomine per importanti uffici giudiziari, che l’assegnazione sia talvolta avvenuta sulla base dell’appartenenza al all’uno o all’altro gruppo associativo.
Indipendentemente dalla fondatezza di tale convincimento, vi è un dato certo: ci sono stati dei casi in cui l’organo di autogoverno non ha fatto buon uso della sua discrezionalità eccedendo ed esponendo le nomine alle censure del giudice amministrativo. Pertanto, salvaguardando l’ineliminabile discrezionalità che la Costituzione riconosce all’organo di autogoverno, occorrerà perseguire l’obiettivo di rendere più chiare e intellegibili le regole che presiedono i criteri di nomina dei direttivi e dei semidirettivi. Quindi una maggiore trasparenza delle scelte che devono essere adottate nel rispetto della legge e dei canoni di ragionevolezza. Il rimedio ritengo potrà essere di valorizzare maggiormente l’anzianità rendendola concorrente con il criterio del merito e delle attitudini.

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