Il presidente russo Vladimir Putin ha parlato alla nazione in un atteso messaggio dove ancora una volta ha sfidato frontalmente l’Occidente, accusandolo di aver prima sciolto l’URSS nel 1991 e adesso di voler indebolire e smembrare la Russia. È per questo che il capo del Cremlino ha annunciato la mobilitazione parziale in Russia, chiamando per il momento i soli riservisti a un nuovo periodo di addestramento.
“Per la difesa del nostro popolo, della sovranità della Russia e dell’integrità del nostro territorio, ho appoggiato la decisione del ministero della difesa e dello stato maggiore di introdurre la mobilitazione parziale. Questa riguarderà i cittadini che fanno parte delle riserve, che hanno già svolto il servizio militare di formazione all’interno delle forze armate”, ha detto Putin.
Il decreto è già stato firmato e l’operazione inizierà da oggi. Putin ha poi annunciato che il Donbass è “parzialmente liberato”, che il Luhansk è stato “ripulito dai nazisti” e che in tal senso “i territori occupati dell’Ucraina che hanno annunciato il referendum per l’adesione alla Russia hanno il nostro pieno sostegno”.
Il riferimento è ai referendum promossi dai leader filorussi dei territori ucraini di Luhansk, Kherson, Donetsk e Zaporizhzhia, dove dal 23 al 27 settembre si terrà un voto-farsa per l’annessione alla Russia. A quel punto, qualsiasi azione bellica all’interno di queste zone sarebbe considerata come un attacco diretto al Cremlino. È la temuta ma attesa escalation militare di Putin, che rivolgendosi ancora all’Occidente ha concluso il proprio discorso evocando il nucleare.
“Abbiamo molte armi per rispondere alle vostre azioni e questo non è un bluff. Useremo tutti i mezzi militari a nostra disposizione E a chi cerca di ricattarci con le armi nucleari rispondo che dovrebbe sapere che le abbiamo anche noi”, ha concluso.