Cinque giorni di sciopero, dal 19 al 23 settembre per chiedere modifiche alla riforma della giustizia tributaria. È la mobilitazione che ha il senso di una rivolta dopo anni di sopportazioni, mancate riforme, leggi e norme di difficile interpretazione. A far scatenare la protesta anche le mancate risposte alle richieste di maggiore equilibrio della Giustizia tributaria.
Uniti nella protesta
Le single sindacali sono unite e rappresentano i dottori commercialisti che per cinque giorni incroceranno le braccia per chiedere riforme, meno burocrazia, e adempimenti spesso inutili, ripetitivi e dispendiosi. Alla straordinaria mobilitazione della categoria hanno risposto associazioni di commercialisti, per citarne le più rappresentative e capire l’ampiezza della protesta. In sciopero ci sarà: Adc, Associazione dottori commercialisti; Aidc Associazione italiana dottori commercialisti; Anc, Associzione nazionale commercialisti; Fiddoc, Federazione italiana donne dottori commercialisti ed esperti contabili; Unagraco, Unione Nazionale Commercialisti ed Esperti Contabili; Sic, Sindacato Italiano commercialisti; Ungdcec Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili; Unico, Unione italiana commercialisti. Uno sbarramento che questa volta vuole contare e avere risposte chiare.
Come funziona lo sciopero
L’astensione riguarderà in particolare la presenza e rappresentanza nelle udienze tributarie dal 19 al 23 settembre 2022 compresi. Le date, inoltre, coincidono con quelle dello sciopero proclamato dall’Amt, l’Associazione magistrati tributari.
L’ira contro mancate risposte
Nel documento di annuncio dello sciopero i dottori commercialisti lamentano la “mancata risposta” alle “richieste, più volte reiterate, al legislatore, in ordine ai necessari correttivi della Riforma della Giustizia Tributaria”, osservano con disappunto i Commercialisti, “e che mediante l’astensione, si intendono ribadire, auspicando la più celere revisione della norma di riforma, già in sede di sua prima applicazione”.
Clienti e imprese informate
Non sarà semplice mettere a punto l’organizzazione della serrata. D’altronde se si è arrivati al braccio di ferro è soprattutto per la determinazione dei commercialisti che sono costretti da anni a seguire i funambolismi di provvedimenti che impongono, come è accaduto il 16 agosto, decine di adempimenti in pochi giorni.
Gli iscritti, fanno sapere i sindacati, riceveranno a breve le indicazioni operative con modello di comunicazione da inviare: ai clienti, almeno 10 giorni prima dell’astensione; alle Commissioni tributarie, almeno 2 giorni prima della data dell’udienza; in alternativa il professionista può dichiarare la propria adesione allo sciopero all’inizio dell’udienza.
Il comunicato precisa che verranno comunque assicurate le prestazioni indispensabili relative ad esempio da attestazione o in presenza di concordati nel rispetto del Codice di autoregolamentazione.
Prerogative professionali lese
Secondo le osservazioni critiche ci sono aspetti fondamentali che rischiano di danneggiare gli iscritti all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e di “ledere le prerogative professionali degli stessi”. Tra questi aspetti critici viene citata “la mancata garanzia di imparzialità dell’organo giudicante e del soggetto deputato a dirimere preliminarmente le controversie”. Nel documento si indicano anche le motivazioni di questa “mancata imparzialità”.
La riforma ha previsto, infatti, l’allocazione organica delle Corti di Giustizia Tributaria all’interno del Ministero economia e finanza, le cui articolazioni sono anche parti necessarie del processo tributario.
“In questo modo viene meno il passaggio alla giurisdizione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che invece garantisce indipendenza e terzietà degli Uffici.
Inoltre, il fatto che la mediazione tributaria sia rimasta assegnata all’Ente impositore, l’Agenzia delle Entrate, e non ad un soggetto terzo, impedisce che il procedimento di mediazione sia portato avanti in maniera equilibrata e che si concluda con esito positivo”.
Commissione di garanzia
I sindacati hanno comunicato alla Commissione di garanzia che durante il periodo di sciopero, dalle ore 24 del 18 settembre alle ore 24 del 23 settembre, i magistrati si asterranno dalle attività giudiziarie e i commercialisti interromperanno quelle di rappresentanza presso le Commissioni tributarie.
In ogni caso saranno comunque garantite le prestazioni indispensabili, come stabilito dall’articolo 5 del codice di autoregolamentazione.
Cosa funzionerà
Nella lettera le Associazioni sottolineano la loro disponibilità al confronto con il Legislatore e con il futuro Governo, con l’obiettivo di individuare un terreno d’intesa comune. L’orario minimo di apertura non inferiore alle 2 ore giornaliere; predisposizione e consegna delle buste paga; predisposizione e consegna al cliente del modello F24; predisposizione e consegna al cliente delle dichiarazioni fiscali e tributarie; assistenza, predisposizione e consegna di documentazione nei procedimenti; rispetto dei termini perentori dei procedimenti.