lunedì, 18 Novembre, 2024
Economia

Bollette, stangata da 82 miliardi

Gli aumenti di luce e gas pesano quanto  pagato dagli italiani per il gettito di Imu, Ires, Irap e bollo auto. Una mega stangata imprevista che nelle prossime settimane piegherà i bilanci di famiglie e imprese.
Il calcolo fatto dall’Ufficio studi della società Cgia di Mestre, indica una cifra che definisce “spaventosa”, si tratta di 82,6 miliardi di euro. La somma che famiglie e imprese dovranno pagare in più per la crisi energetica esplosa nel 2022. Una somma che può essere mitigata dagli aiuti previsti dal Governo per alla prossima settimana, ma per la società mestrina parlare di “scostamento di bilancio non è una eresia”.

Effetto argine del dl Aiuti

Un via libera al decreto Aiuti che dovrebbe arrivare da tutti i partiti. “Se, in linea puramente teorica”, scrive la società mestrina, “il Governo avesse a disposizione tutte le risorse necessarie per azzerare
gli aumenti senza ricorrere a un nuovo indebitamento, dovrebbe, per l’appunto, approvare una misura da 82,6 miliardi”.

Fondi per 12-13 miliardi

In realtà, stando alle notizie apparse in questi ultimi giorni”, segnala la Cgia, “il nuovo decreto, proprio per non incorrere in un aumento del deficit, dovrebbe portare in dote non più di 12-13 miliardi”. È infatti
questo il budget massimo che il Governo presenterà al Cdm e successivamente in Parlamento.

Il record dei prezzi

Gli 82 miliardi di spese extra rappresentano un vero record. La Cgia ha calcolato che si tratta di aumenti pari al gettito di Imu, Ires, Irap e bollo auto
“Per dare una “dimensione” dell’amontare di questi 82,6 miliardi, proviamo a stimare quante tasse in meno dovrebbero pagare famiglie e aziende per compensare gli aumenti delle bollette di luce e gas”, scrive
l’ufficio studi.

I sostegni pronti al varo

Nel calcolo della società di ricerche e report economici-sociali, si ricorda che senza nuovi aiuti, il costo pareggerebbe il conto se quest’anno non versassero agli enti locali e all’erario il bollo auto,
l’Imu, l’Ires e l’Irap. “Stiamo parlando di una cifra da far tremare i polsi che se nelle prossime settimane non verrà sufficientemente mitigata rischia di far chiudere molte attività e di relegare in condizioni di povertà tantissime famiglie”, prosegue la Cgia, “Appare evidente che se vogliamo mettere in sicurezza il Paese entro la fine dell’anno bisognerà intervenire con almeno 30 miliardi di nuovi aiuti”.

Scostamento, non è eresia

La metà circa di questa cifra sembra essere stata recuperata dal Governo Draghi senza dover ricorrere a nuovo debito. “Crediamo, vista la gravità del momento, che non sarebbe un’ “eresia” ricorrere a un nuovo
scostamento di bilancio per almeno altri 15-20 miliardi”, fa presente la Cgia, “Ovviamente, con l’assenso di Bruxelles che, nel frattempo, dovrebbe allentare i vincoli normativi sugli aiuti di Stato”.

Pandemia costata 180 miliardi

Per fronteggiare la crisi pandemica in Italia, tra il 2020 e il 2021 – attraverso i ristori, i contributi a fondo perduto e i prestiti agevolati – “abbiamo sostenuto famiglie e imprese con oltre 180 miliardi di euro”, ricorda la Cgia, “Ed è stato grazie a queste misure se siamo riusciti a superare quel momento così difficile. Ora, con una spesa pubblica che in Italia ammonta a circa mille miliardi di euro all’anno, non possiamo “recuperarne” altri 20 per tamponare questa situazione che è altrettanto drammatica, fintantochè l’UE non troverà un accordo sull’introduzione del tetto al prezzo del gas.

Stime, consumi e calcoli

“Il calcolo”, evidenzia ancora l’Ufficio Studi Cgia, “è stato costruito a partire dai dati 2021 dell’indagine sulla spesa mensile delle famiglie dell’Istat relativamente alle voci energia elettrica e gas naturale/di città”. Dal momento che tali dati risultano, per le famiglie, congrui rispetto alla stima della stessa spesa utilizzando i consumi delle famiglie (in GWh) e i prezzi medi di elettricità e gas del database di Eurostat (ponderati per classi di consumi energetici), “si è applicata questa metodologia per stimare i costi in capo alle imprese nel 2021”, spiega la società mestrina, “la previsione dei costi per l’anno 2022 (da parte di famiglie e di imprese) è invece frutto di una stima che tiene conto di un prezzo medio annuo di mercato dell’energia elettrica pari a 375 euro al MWh”.

Le diverse ipotesi

Una ipotesi che si verificherebbe se il prezzo attuale dell’energia elettrica, circa 500 euro per MWh, si mantenesse tale per la parte restante dell’anno e di un prezzo medio del gas pari a 150 euro per MWh.
Seconda ipotesi che si verificherebbe se il prezzo attuale del gas, circa 200 euro per MWh, si mantenesse tale per la parte restante del 2022.
“Si fa presente”, illustra la Cgia, “che l’aumento delle bollette risulta meno che proporzionale rispetto a quello di mercato in quanto l’aumento del prezzo della materia prima non impatta su tutto il costo complessivo della bolletta, che comprende anche costi di commercializzazione, trasmissione, oneri, tasse, margini”.

L’impatto sulle imprese

In merito alle imprese, per quanto riguarda i consumi di energia elettrica, la Cgia puntualizza che “sono state considerate le utenze non domestiche al netto dei settori permeati dalla PA (Amministrazione pubblica/difesa, sanità/assistenza sociale, istruzione, illuminazione pubblica); per il consumo di gas delle imprese sono state considerate le utenze industriali (generazione elettrica esclusa), del commercio e dei servizi (escluso servizio pubblico), tutte al netto degli autoconsumi”.

Record di spesa nel 2022

Come si è giunti a questa cifra monstre da 82,6 miliardi che corrisponde a circa la metà del Pil annuo del Veneto? “Secondo la metodologia di calcolo utilizzata dall’Istat nell’indagine sulla spesa delle famiglie del 2021”, spiega la Cgia, “inizialmente è stato possibile stimare il costo sostenuto dalle famiglie per l’energia elettrica e il gas, successivamente è stato aggiunto quello riconducibile alle imprese, arrivando ad un costo totale per l’anno 2021 di 80 miliardi di euro”. Per l’anno 2022, invece, si è stimato un costo energetico complessivo, sempre a carico delle famiglie e delle imprese, di 207,4 miliardi di euro. “Pertanto, l’aumento del costo energetico totale 2022 su 2021 è stato di 127,4 miliardi di euro (+159 per cento). Se a questa cifra in valore assoluto sottraiamo i 44,8 miliardi di aiuti economici contro il caro bollette erogati quest’anno dal Governo Draghi”, conclude l’Ufficio studi, “l’incremento del costo dell’energia in capo a famiglie e imprese rispetto l’anno scorso è, come abbiamo evidenziato più sopra, di 82,6 miliardi”.

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