La proposta di introdurre un tetto al prezzo del gas proveniente da gasdotto russo che doveva essere discussa dai ministri europei dell’Energia in questi giorni verrà momentaneamente “congelata”. I capi di Stato e di governo europei si riuniranno per discutere del “price cap” il 6 e 7 ottobre a Praga per un vertice informale e il 20 e 21 ottobre a Bruxelles.
Al momento c’è un’ampia convergenza tra gli Stati Ue su tre punti tra i cinque punti da attuare per porre un dreno a costi energetici. Tra questi attualmente non c’è il tema del “price cap” sul gas e il contributo di solidarietà per le aziende di combustibili fossili.
“Se devo dire che ci sia una convergenza degli Stati membri oggi citerei tre punti: il primo è l’idea di porre un tetto ai ricavi intramarginali per compensare il caro prezzi per i consumatori. Lo stesso vale per la liquidità del mercato” e poi “la riduzione della domanda di elettricità” presumibilmente da subito obbligatoria per gli Stati. Abbiamo ancora delle domande e delle preoccupazioni ma guardiamo con favore alle proposte presentate ieri della Commissione Europea, incluso un “price cap” al gas russo”. Lo ha detto il premier olandese, Mark Rutte, al termine della conferenza stampa con Ursula von der Leyen.