Ci sono pochissime persone alle quali riconosciamo una sorta di diritto all’immortalità ben sapendo che si tratta comunque di esseri umani. Lo facciamo perché ci piace illuderci che almeno ad alcuni sia concessa una specie di permesso speciale per andare avanti su questa Terra superando limiti che siamo rassegnati a riconoscere come invalicabili.
Elisabetta II era una di queste rare persone. Forse perché la Corona sulla testa non le aveva mai tolto naturalezza e semplicità pur lasciandole il fascino magnetico dell’aura regale. Forse perché il sorriso raramente mancava sul suo viso. Forse perché era testimone di tante pagine di storia del turbolento XX secolo che con la sua scomparsa si chiude definitivamente. Insomma ci piaceva pensare che potesse vivere ancora a lungo anche perché il suo popolo l’amava molto.
Elisabetta II ha saputo rappresentare la tormentata e difficile unità del Regno. Ha mostrato saggezza, equilibrio e grande rispetto per le istituzioni. Di Primi ministri ne ha visti tanti e non tutti forse di suo gradimento. Ma come sovrana con poteri più formali che sostanziali Elisabetta è stata sempre nei suoi panni.
Ha dovuto gestire vicende familiari molto complicate, alcune drammatiche come la morte di Lady Diana. Non è stato facile neanche per lei mettere ordine nei sentimenti e districare i grovigli che i rapporti per così dire domestici creano anche nelle migliori famiglie.
Con lei la monarchia è rimasta solida, rispettata e benvoluta. Chi le succede ha un compito arduo: mantenere viva la memoria della madre tenendo sempre caldo il rapporto tra Buckingham Palace e il popolo britannico. Il Regno Unito è sempre meno unito anche per effetto della Brexit. La stessa monarchia potrebbe subire un calo di gradimento tale da mettere in crisi la sua stessa prosecuzione.