Gli aiuti a famiglie e imprese ci saranno per una cifra che oscilla tra i 10 e i 13 miliardi. La messa a punto però arriverà tra breve con il calcolo di ciò che lo Stato sta incassando con il maggior gettito fiscale, quello degli extra profitti, più alcuni risparmi. Un tesoretto che tuttavia, stando alle aspettative dei partiti in piena sfida elettorale, non basterà. Così ieri è stato chiaro che il Governo pur con cautela accelera, ma le decisioni spettano al Parlamento che per ora litiga e rinvia.
Aiuti si punta a 13 miliardi
Ieri l’atteso Consiglio dei ministri si è tenuto e concluso in sordina. Niente dichiarazioni dei partiti e niente esaltazioni sulle misure da mettere in campo che d’altronde per ora rimangono come bozze e chiuse nel cassetto. Il Governo dimissionario procede con cautela e senza clamori. Gli aiuti dovrebbero salire da 10 a 13 ma le indicazioni di merito sono nelle mani dei partiti, ossia della ex maggioranza che oggi in vista delle elezioni del 25 settembre litiga su tutto.
Ok a Franco ora il Parlamento
La riunione del Consiglio dei ministri tenuta ieri a Palazzo Chigi e presieduta dal premier Mario Draghi è durata un paio di ore. Il tempo di approvare, su proposta del ministro dell’Economia, Daniele Franco, la relazione al Parlamento che aggiorna gli obiettivi programmatici di finanza pubblica sulla base di maggiori entrate pari a 6,2 miliardi di euro. Il prossimo passaggio sarà una Relazione del Governo alle Camere per il via libera. Di nuovo poi la palla tornerà all’Esecutivo per indirizzare le risorse previste.
Fondi al Dl Aiuti, partiti in pressing
La buona notizia c’è. Lo Stato ha più soldi. Sono le risorse ottenute con le maggiori entrate fiscali, ed andranno ad arricchire la dotazione finanziaria del nuovo Decreto Aiuti. Nel Cdm si è sottolineato che la sinergia di lavoro tra Palazzo Chigi e il Ministero per l’economia e finanze prosegue “senza tregua” con i tecnici che svolgono una ricognizione delle risorse. Il dossier “risorse” è infatti il vero tema. Tra i partiti c’è una rincorsa a chiedere più soldi ma il premier, con lui il ministro Franco e Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni, sono contrari ad uno scostamento di bilancio. Le risorse devono bastare perché ci sono entrate aggiuntive.
Per ora la dote possibile resta fissata a 10 miliardi ma con il nuovo “tesoretto fiscale” con i maggiori versamenti di accise e Iva, dovrebbe salire fino a 13.
Liti tra schieramenti Dl a rischio
Il Governo procede aggiornando i conti, e tra pochi giorni ci sarà l’annuncio sulla cifra su cui il Decreto Aiuti potrà contare. Al Senato, invece, vanno di scena le contrapposizioni dei partiti in piena campagna elettorale. Non c’è ad esempio ancora una intesa sugli emendamenti. La seduta dell’Aula è slittata alla prossima settimana. Palazzo Chigi nel disapprovare i contrasti avverte, “Così si rischia di bloccare gli aiuti a famiglie e imprese”. Le liti elettorali malgrado i rischi non si attenuano. Ieri sono rimbalzate nelle dichiarazioni dei leader le polemiche su Superbonus, smart working, docente esperto e Reddito di cittadinanza.
Le misure utili in cantiere
Il Consiglio dei ministri ha tuttavia delineato le misure che sono in cantiere e che saranno utili a famiglie ed imprese nel superare il caro bollette e arginare i costi dell’inflazione. Per le imprese è prevista la proroga per l’ultimo trimestre dei crediti di imposta (stimata in 4 miliardi, 5 se verranno rafforzati). Ci saranno aiuti alle piccole e medie imprese in crisi di liquidità. Sono inoltre in via di definizione gli sconti fiscali alle quote di energia da rinnovabili riservati ad alcuni settori industriali. Si lavora anche al rafforzamento del bonus sociale per le famiglie a basso reddito e ai prezzi ‘calmierati’ del gas per le aziende energivore che l’acquistano tramite il Gse (con contratti di lungo periodo). Secondo ancora ciò che è emerso dalla riunione dei ministri, rimane la Cassa integrazione guadagni, scontata per due mesi per quelle realtà imprenditoriali in particolare difficoltà.
Extra profitti attesa sul gettito
Nel nuovo decreto potrebbe entrare anche una limatura della norma sulla tassazione degli extraprofitti, per renderla meglio applicabile. Se al 30 giugno era entrato circa un miliardo dalle compagnie energetiche, questa volta c’è chi ipotizza l’arrivo di altri 500 milioni dalla tranche di fine agosto, una cifra su cui il Ministero dell’Economia e Finanze non si pronuncia; in attesa della scadenza del saldo fissata al 15 dicembre.
Una corsa ad ostacoli
Da Palazzo Chigi si ammette che però la strada è piena di ostacoli, perché, a quel punto i provvedimenti diventerebbero un decreto ‘omnibus’. Si fa notare che sarebbe un atto più politico, che necessiterebbe del via libera del Colle. Le tensioni della campagna elettorale si riverberano inevitabilmente sull’iter legislativo che comunque è sotto i riflettori delle Associazioni di categoria, sei sindacati e dell’intera opinione pubblica.
Passaggio di consegne
I ministri coordineranno il passaggio di consegne con il sottosegretario Roberto Garofoli.
Nel corso del Consiglio dei Ministri, il presidente Mario Draghi ha rivolto l’invito ai ministri a preparare un “ordinato passaggio di consegne” volto a fornire al nuovo Governo un quadro organico delle attività in corso, degli adempimenti e delle scadenze ravvicinate, con l’obiettivo di trasmettere tutte le informazioni utili al pronto esercizio delle proprie funzioni.