Sicurezza nazionale e sicurezza sociale viaggiano insieme. La prima è un valore che ha rango costituzionale, ma che soprattutto deve essere percepita dai cittadini come un tutt’uno con la loro appartenenza ad uno stato democratico regolato. È una sintesi azzardata (nella sua semplificazione) di un interessante convegno che si è svolto al Senato sul tema della nostra sicurezza, declinata però come predittiva e gestita dall’intelligence, con il controllo parlamentare del Copasir. Un argomento di grande attualità che pone, soprattutto in questo frangente delicato di campagna elettorale, un interrogativo di tipo ansiogeno sia alla classe politica che agli italiani. Siamo e ci sentiamo tutelati? E se si, contro chi e che cosa?
Credo infatti che intorno al concetto di sicurezza si rischi sempre di costruire interpretazioni fuorvianti, e proprio questo è stato denunciato ieri nel corso del dibattito con i vertici del nostro sistema di intelligence e degli studiosi, soprattutto costituzionalisti, che in un volume hanno ripreso le fila della nascita dei servizi segreti in Italia e del conflitto che qualche volta si è verificato tra la politica e le istituzioni dedicate.
Senza voler entrare in quest’ultimo dibattito, che proprio in questa legislatura ha visto dipanarsi una matassa delicata nell’assegnazione della Presidenza del Copasir all’opposizione di governo (come da legge), vorrei cogliere lo spunto per fare due banali considerazioni.
Innanzitutto, la gran parte dei cittadini continua ad essere giustamente sensibile al problema della sicurezza cittadina e fisica, mentre lo è assai meno nei confronti di quella cibernetica. Una minaccia, quest’ultima, che il Copasir ha opportunamente colto e rivelato nell’ultima relazione presentata al Parlamento in agosto. Si è fatto tanto ma si deve fare di più in termini di coinvolgimento e disseminazione culturale, dei privati come del pubblico, senza indulgere alla tentazione di incentrare il dibattito su inutili tecnicismi e pericolose disquisizioni accademiche cui assisto in molti appuntamenti simili (ma ieri non è accaduto!).
La seconda osservazione riguarda il mutamento strategico, segnalato anch’esso dal Copasir, degli attori delle guerre in atto da anni nel mondo, non ultima quella della Russia contro l’Ucraina. Purtroppo le armi tradizionali continuano a tuonare. Ma stanno prendendo il sopravvento gli “armamenti informatici”, in una parola gli attacchi ai siti strategici e alla libera informazione del nostro paese. Non credo francamente che gli italiani interessino tanto ai russi, e prevedere che un nuovo governo di destra, ma anche se fosse di sinistra, possa più o meno influenzare le scellerate decisioni di Putin mi pare eccessivo. Resta il fatto però che i nostri servizi di sicurezza, instancabilmente tra i migliori al mondo, anche in questo campo lavorano senza sosta per consegnarci un modello di sicurezza integrata, in uno con quella sapientemente gestita dalle forze dell’ordine, che credo ragionevolmente possa far stare tranquilli gli italiani circa la stabilità e la tenuta della nostra bellissima democrazia.
* Consigliere per la Cybersecurity del Sottosegretario alla Difesa