sabato, 23 Novembre, 2024
Economia

Il problema del caro energia e caro bollette

INTERVENTO SU TGCOM 24 NEL NOTIZIARIO DELLE 21,30 DEL 31 AGOSTO 2022 DI SERGIO SANTORO CANDIDATO DI NOI MODERATI AL SENATO NEL COLLEGIO LAZIO P01 SUL PROBLEMA DEL CARO ENERGIA E DEL CARO BOLLETTE:

L’equivoco che le forze politiche hanno ingenerato sul problema del caro energia e del caro bollette è consistito nel parlare senza distinguere di varie misure di:

– lungo periodo o strutturali, che però hanno il difetto di non essere realizzabili in tempi rapidi (centrale nucleare, inceneritore, termovalorizzatore richiedono anni per la realizzazione, come ad es. quello di Roma previsto entro il Giubileo del 2025);

– medio periodo, ad es. diversificando gli approvvigionamenti con giacimenti nazionali o di stati vicini che cooperano lealmente o con riconversione strutturale con fonti alternative quali eolico fotovoltaico, ecc., anch’esse di realizzazione non immediata;

– breve periodo, come il taglio delle accise, e conseguente sconto sui prezzi dei carburanti, azzeramento degli oneri di sistema in bolletta, riduzione degli oneri generali nel gas, bonus sociale, crediti d’imposta per le imprese energivore (decreti aiuti e aiuti bis 50/22 e 114/22), con l’esborso di quasi un miliardo di euro e risparmio del tutto apparente perché l’onere grava sul contribuente, tant’è vero che per realizzarlo viene chiesto lo scostamento di bilancio, anche se l’idea iniziale era di finanziarlo con la tassa sugli extraprofitti, non versato dalla quasi totalità delle aziende energetiche al 31 agosto.

La risposta negli anni 70 alla prima crisi energetica che In Italia aveva fatto arrivare i prezzi dei carburanti a livelli insopportabili era stata il prezzo amministrato istituito dal governo DC di Mariano Rumor e proseguito fino al 1991, quando il CIPE dispose la liberalizzazione dei prezzi dei prodotti energetici per effetto di una direttiva europea.

Oggi il prezzo dell’energia viene determinato con un sistema di calcolo che favorisce la speculazione. lI prezzo dei carburanti non diminuisce perché ha un altro suo criterio di calcolo che si basa non sul mercato ma sulle indicazioni dell’agenzia londinese Platts basato su investimenti e scommesse e su informazioni non verificabili dai Governi.

La risposta a questo groviglio di interessi che strozzano l’economia dell’Italia, e non solo, non può essere che quella di rivendicare in sede eurounitaria una disciplina uniforme, per tutti i paesi membri, di prezzi amministrati di prodotti e servizi energetici, in modo da favorire le economie e la concorrenza tra gli operatori di tutti i paesi. In una parola, occorre reintrodurre i prezzi amministrati di gas energia elettrica e carburanti a seguito di una decisione comune ed unitaria di tutti i paesi membri, ottenuta con uno sforzo comune che soltanto un governo con forte rappresentanza in Unione Europea potrebbe ottenere.

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