domenica, 22 Dicembre, 2024
Cultura

Case della Comunità. 1.288 dovranno essere realizzate entro il 2026

Un nuovo modello di assistenza sul territorio nel saggio di Gennaro Sosto

Nel libro “Una popolazione a strati” (2020 – Rubbettino Editore  – Euro 18,00) l’autore Gennaro Sosto, oggi direttore generale dell’ASL Salerno, azienda con oltre 8.000 dipendenti ed una popolazione che supera il milione di abitanti, anche attraverso i contributi di autorevoli firme (Andrea Urbani, Giacomo Bazzoni, Mario Morlacco, Luca Brunese, Antonio Gaudioso, Maria Teresa Bressi, Francesco Colavita, Giuseppe Massaro e Antonio Lucchetti) ha proposto con notevole anticipo interessantissimi spunti per contribuire alla realizzazione e definizione proprio delle Case della Comunità quali: modelli previsionali, gestione della salute della popolazione, individuazione del target della popolazione, identificandoli come strumenti integrati per la govenance in sanità.

Anche nelle Linee Guida AGENAS sulla riorganizzazione delle Reti dei Servizi Territoriali (Re.Se.T) c’è un passaggio dedicato alla stratificazione come metodologia che potrebbe rappresentare un utile strumento per migliorare l’intero processo assistenziale.

Nel testo vengono descritti temi fondamentali per valutare il modello di risposta che i Sistemi sanitari e le ASL devono adottare per garantire l’appropriatezza, l’efficacia e l’efficienza delle prestazioni attraverso la governance, la continuità e l’integrazione dei servizi, la centralità delle persone e del personale sanitario. La disponibilità di flussi informativi che accompagnano il paziente e ne descrivono il percorso all’interno dei sistemi sanitari, può rappresentare un’importante chiave di volta per la sanità italiana.

Non a caso in uno studio prodotto da AGENAS proprio ad agosto 2022 “Documento di indirizzo per il metaprogetto della Casa di Comunità”, viene precisato, tra l’altro, che alla luce delle profonde trasformazioni in atto nell’ambito dell’assistenza territoriale (Missione 6 Salute – PNRR, DM 77), viene fuori la volontà di definire, sulla base delle normative esistenti, del quadro esigenziale dei servizi previsti e delle best practices rilevanti, un metaprogetto che possa supportare le direzioni strategiche, gli uffici tecnici e i progettisti, nella programmazione e progettazione delle CdC, al fine di rendere queste strutture il vero riferimento per l’assistito che deve o vuole entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria.

In esso viene sottolineato che “Il nuovo modello di assistenza sul territorio si muove su quattro principi cardine: medicina di popolazione, che ha come obiettivo la promozione della salute della popolazione di riferimento; Sanità di Iniziativa, modello assistenziale di gestione delle malattie croniche fondato su un’assistenza proattiva all’individuo; stratificazione della popolazione per profili di rischio, attraverso algoritmi predittivi; progetto di salute, uno strumento di programmazione, gestione e verifica che associa la stratificazione della popolazione alla classificazione del “bisogno di salute” indentificando gli standard essenziali delle risposte cliniche socioassistenziali, diagnostiche, riabilitative e di prevenzione. La Sanità di Iniziativa è un modello assistenziale di prevenzione e di gestione delle malattie croniche orientato alla promozione della salute, che non aspetta l’assistito in ospedale o in altra struttura sanitaria, ma lo prende in carico in modo proattivo già nelle fasi precoci dell’insorgenza o dell’evoluzione della condizione morbosa. Lo scopo della Sanità di Iniziativa è la prevenzione ed il miglioramento della gestione delle malattie croniche in ogni loro stadio, dalla prevenzione primaria, alla diagnosi precoce, alla gestione clinica e assistenziale, alla prevenzione delle complicanze, attraverso il follow-up proattivo anche supportato dagli strumenti di telemonitoraggio e telemedicina, alla presa in carico globale della multimorbidità.”

“Ecco perché il lavoro di Gennaro Sosto è sicuramente antesignano su quanto sarà sviluppato da qui a qualche anno, ha detto Tiziana Frittelli, Presidente nazionale Federsanità, la confederazione delle ASL e AO d’Italia, perché dimostra la possibilità di condividere, in un’ottica di knowledge sharing (condivisione delle conoscenze), l’esperienza della “stratificazione della popolazione” realizzata in una delle regioni tra le più piccole d’Italia, il Molise, che per le sue peculiarità e caratteristiche rappresenta un laboratorio di sperimentazione di strumenti innovativi.”

Il Sistema Sanitario Nazionale e tutte le organizzazioni regionali si trovano in questo momento storico a confrontarsi con variabili come la gestione della complessità clinica dei pazienti, l’invecchiamento della popolazione e la conseguente sostenibilità dell’intero sistema, problematiche alla base dell’auspicata integrazione ospedale-territorio.

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