I confinamenti e la paura del Covid hanno dato scacco al ladro per due anni. L’estate 2022 con il boom di uscite per le vacanze rischia invece di diventare l’anno nero dei furti in casa. L’escalation è legata alla mobilità di milioni di italiani che lasceranno le loro abitazioni. Malgrado le attenzioni la curva dei furti è destinata a salire.
Abitazioni, 500 furti al giorno
Le denunce di furti in abitazione nel 2021 hanno superato quota 182mila. Vale a dire quasi 500 al giorno, più di venti all’ora, uno ogni tre minuti circa. Un reato molto diffuso: 7,1 colpi ogni mille famiglie con picchi di 8,4 furti al Nord e di 7,8 al Centro; inferiori alla media il Sud (4,9) e le isole maggiori (3,7). Questo senza contare l’universo sotto la linea di galleggiamento di quanti preferiscono non denunciare il crimine per timore di ritorsioni o per la disillusione verso la possibilità di individuare i colpevoli, atteggiamenti che farebbero crescere ulteriormente i numeri del reato e giustificherebbero la sensazione di un maggior pericolo rispetto a quello che emerge dai numeri ufficiali.
Furti e violenze
Di fatto, questi reati particolarmente odiosi, che turbano l’intimità delle famiglie e possono sfociare anche in atti di violenza, rimangono sempre troppi. E se il merito maggiore della riduzione di reati denunciati nell’ultimo decennio va senz’altro alle Forze dell’Ordine, una fortissima azione di deterrenza è stata messa in atto dai cittadini. “Sono numerose infatti le famiglie italiane”, rivela la Cna, “che hanno investito risorse per ridurre i rischi di intrusioni indesiderate e potenzialmente pericolose per la propria incolumità”.
Due famiglie su tre ha impianti
Il bisogno di sentirsi al sicuro nella propria abitazione sta spingendo gli italiani ad adottare sistemi di sicurezza e difesa della casa. “Due famiglie su tre”, segnala la Confederazione nazionale degli artigiani, “hanno fatto montare una porta blindata all’ingresso della casa, un terzo dei nuclei possiede un sistema di allarme, poco meno di un terzo inferriate a porte e finestre, tre famiglie su dieci videocamere”.
In troppi ancora vulnerabili
Da questi dati emerge, però, come siano ancora numerosi i nuclei che non si proteggono. “Senza contare le famiglie che non adeguano i propri impianti”, osserva la Cna che sull’argomento sicurezza da tempo insiste nel far prendere coscienza ai cittadini dei sistemi di tutela. La Confederazione vede sempre più cittadini difesi e inermi “a differenza dei criminali che seguono passo passo le evoluzioni della tecnica.
Ma come fare per evitare brutte sorprese?”.
La spesa vale l’impresa
La prima considerazione che la sicurezza non è mai superflua. E che la spesa, in tali casi, vale sicuramente l’impresa. “Tanto più”, evidenzia la Cna, “in un periodo come questo che garantisce sostegni pubblici alle famiglie anche sul fronte della difesa dai malintenzionati”.
Fondamentale per la Cna impianti è che tutti i lavori di sicurezza siano affidati a personale specializzato, che usa prodotti di qualità elevata e tecnologicamente aggiornati.
Il fai da te senza rimborsi
Mai come su questo fronte il fai-da-te è decisamente sconsigliabile. “Se si subisce un furto e l’impianto è stato installato da personalità se non qualificato, inoltre, l’assicurazione non riconoscerà il risarcimento”, avverte la Confederazione, “la normativa tecnica di riferimento prevede a monte specifiche pratiche di analisi, sia del contesto che circonda l’edificio sia della natura dell’edificio e dei beni contenuti prima di valutare la tipologia di impianto da proporre e realizzare a norma”.
Scendendo nei dettagli dei lavori, va tenuto presente che la semplice segnalazione dell’intrusione (il classico allarme acustico, a esempio) “ormai serve a poco”, commenta la Cna, “di fronte a una criminalità più tracotante che in passato, che da un verso si accontenta anche di bottini esigui, messi insieme in pochi minuti, dall’altro non esita a commettere atti violenti”.
I sistemi anti intrusione
La soluzione più economica per difendere la propria casa è rappresentata dalle inferriate: per una grata fissa in ferro di dimensioni medie la spesa si aggira sui 500 euro. L’installazione di una porta blindata costa mediamente 1.500/1.700 euro. “Affidarsi a soluzioni più sofisticate”, rileva Cna-Installazione Impianti, “è giocoforza più oneroso. Un impianto di sicurezza anti-intrusione va da 1.800 a 4mila euro. L’integrazione del sistema di video-sorveglianza oscilla tra mille e 2mila euro”.
L’opportunità offerta dal fisco
Nell’ambito degli incentivi fiscali messi a disposizione di quanti ristrutturano il proprio immobile, ricorda la Cna, sono incluse anche le spese per la sicurezza. “Nello specifico, la parte definita bonus sicurezza”, calcola la Confederazione nazionale degli artigiani, “comprende tutti gli interventi di ristrutturazione che riguardano la difesa dell’immobile, sia in proprietà sia in affitto, parti comuni dello stabile comprese”. “Per l’acquisto di impianti antifurto entro il prossimo 31 dicembre”, ricorda infine la Cna, “sono previste detrazioni Irpef, spalmabili su dieci anni, pari al 50 per cento della spesa sostenuta”.