Sotto il tiro incrociato del centrodestra, impegnato in un duello con Giorgia Meloni, il segretario del Pd subirà le bordate di due fuoriclasse della polemica come Renzi e Calenda. Lo preoccupano di meno le bordate che riceverà da Conte, con cui i rapporti futuri potrebbero tornare ad essere rosei. Dal modo in cui i partiti condurranno l’offensiva elettorale si capiranno le possibili evoluzioni del sistema politico nella prossima legislatura.
La campagna elettorale entrerà nel vivo al rientro delle vacanze. Ma già si individuano le linee direttrici di quello che dovrebbe essere un confronto tra partiti in competizione e che invece diventerà la solita guerra di tutti contro tutti.
Vediamo quali sono le linee, per così dire, di combattimento.
Il centrodestra prenderà di mira soprattutto il Pd, il M5 Stelle e forse in misura minore l’asse Calenda-Renzi. Ma al suo interno non dovrebbe litigare, se non vuole fare una figuraccia autolesionistica nei confronti dell’elettorato.
Meloni, Berlusconi, Salvini e i centristi sono legati da un programma comune. Nei fatti, però, ognuno cercherà di parlare delle proprie proposte dimenticando quelle sottoscritte insieme ai partner. E questo genererà parecchia confusione.
Più complesso il quadro nell’alleanza guidata dal Pd. Letta dovrà faticare non poco per evitare che emergano le distanze con Sinistra italiana e i Verdi sia in politica estera (Nato e armi all’Ucraina in primis) sia in tema di energia. Ma sul fronte esterno l’impresa del segretario del Pd si presenta ardua. Dovrà fronteggiare gli attacchi concentrici di Lega e Forza Italia. Ma, soprattutto, sarà impegnato in un duello costante con Giorgia Meloni, candidata naturale del centrodestra a Palazzo Chigi.
Oltre al fuoco incrociato del centrodestra, Letta dovrà vedersela anche con Renzi-Calenda, un asse di ex-Pd dotato di spiccate abilità polemiche che non gli darà tregua e cercherà di far esplodere le contraddizioni del patto stretto da Letta con Fratoianni e Bonelli.
Infine il segretario del Pd dovrà mettere nel conto anche i colpi che riceverà da Giuseppe Conte. Si tratterà di un fuoco dimezzato, senza attacchi massicci perché Pd e 5 Stelle, dopo la rottura sul governo Draghi, non escludono la possibilità di riprendere una qualche forma di dialogo.
Dal modo in cui i partiti condurranno l’offensiva elettorale si capiranno i possibili scenari politici che caratterizzeranno la prossima legislatura.