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Centrodestra programma in 15 punti. Renzi-Calenda all’attacco di Letta

venerdì, 12 Agosto 2022
1 minuto di lettura

Sarà una campagna elettorale di tutti contro tutti, litigheranno anche i partiti che si sono in qualche modo coalizzati. E questo spettacolo si vedrà soprattutto a sinistra.

Il Pd sarà il bersaglio preferito di Calenda e Renzi che si sono sentiti trattati male e che faranno di tutto per far esplodere le contraddizioni insite nell’accordo che Letta ha stretto con Fratoianni e Bonelli. Data la capacità polemica sia di Renzi che di Calenda ne vedremo delle belle.

 

Il centrodestra ha varato il programma comune: collocazione in Europa, nell’Alleanza Atlantica e in Occidente, la necessità di una profonda riforma fiscale con la Flat Tax, del superamento della legge Fornero con Quota 41, dei Decreti sicurezza, dell’autonomia regionale e del presidenzialismo. Vincolato da questo programma, e con la leadership forte di Giorgia Meloni, il centrodestra dovrebbe essere più compatto nel presentarsi agli elettori.

Ma deve mettere nel conto le manie di protagonismo di Salvini che deve arrestare il declino della Lega, e gli sforzi, tardivi, con cui il partito di Berlusconi deve dimostrare  di credere ancora nella sua vecchia identità. Pochi problemi creeranno i partiti di centro che con Lupi, Brugnaro, Toti e Cesa cercheranno di evitare toni esasperati per intercettare il voto degli indecisi.

Ben diverso è lo scenario nel centrosinistra. Il Pd sarà il bersaglio preferito di Calenda e Renzi che si sono sentiti esclusi per rancore personale e che faranno di tutto per far esplodere le contraddizioni insite nell’accordo che il Pd ha stretto con Fratoianni e Bonelli. Data la capacità polemica sia di Renzi che di Calenda, non vorremmo essere nei panni del pacato segretario del Pd. Di sicuro ci saranno scintille.

Renzi ha già cominciato: sono sbagliate le proposte sul fisco di Letta e le sue polemiche sul fascismo a proposito di Fratelli d’Italia. Il Terzo Polo, a differenza di “Noi moderati” del centrodestra, deve agitarsi di più per pescare in un elettorato indeciso, scontento della sinistra ma anche un po’ scombussolato dal movimentismo di cui Renzi e Calenda sono autentici fuoriclasse.

Quanto ai 5 stelle, litigheranno da soli. Troppi gli scontenti e gli esclusi che se la prenderanno con il capo politico Conte e la sua voglia di ricreare un partito a sua immagine e somiglianza.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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