La maionese di Letta non è riuscita. Per coprirsi a sinistra ha perso per strada Calenda che ora è costretto a fare quadrato con Renzi. I due leader non hanno altra alternativa: o si mettono insieme oppure diventano irrilevanti. Non sarà facile per Renzi e Calenda dimenticare le reciproche punzecchiature del passato. Ma in politica o si fa di necessità virtù oppure si va inutilmente a sbattere contro un muro.
In ogni caso, vista l’attuale situazione del cartello elettorale messo in piedi da Letta, la possibilità di battere il centrodestra nei collegi uninominali si riduce a pochissimi casi.
Non è un bel risultato per il leader del Pd. Ma era l’esito prevedibile di una strategia del doppio binario che su questo giornale avevamo ampiamente stigmatizzato. Non puoi fare una coalizione con un partito e un patto elettorale con altri partiti invisi a quello con cui hai fatto un accordo di programma. Non può funzionare. Letta aveva già sbarrato -giustamente- la porta a Conte. Con Renzi non ci aveva neanche provato, visti i trascorsi tra i due.
Gli rimaneva una sola possibilità: stringere accordi elettorali nell’uninominale, caso per caso, collegio per collegio, con i diversi alleati, rinunciare all’ambizione di un programma comune con chicchessia, e poi ciascuno per sé. Sarebbe stato più lineare e rispettoso verso gli elettori e, localmente, avrebbe potuto far convergere voti su candidati di comune gradimento.
Invece le mosse del segretario Pd sono state poco coerenti. Stringendo l’accordo di programma con Calenda sapeva benissimo che il leader di Azione non avrebbe accettato di stare insieme con chi non ha mai votato la fiducia a Draghi. Tanto valeva non fare un accordo sui contenuti ma solo sulle convenienze elettorali reciproche. Ora entrambi si sentono vittime di tradimento e tra loro volano gli stracci. Non è una pagina edificante. Che succederà?
Se, com’è probabile, + Europa resterà con il Pd, Calenda sarà isolato esattamente come Renzi e i due non avranno altra scelta che mettersi insieme e provare a costruire il loro sogno del terzo polo che dovrebbe catturare i voti in libertà degli indecisi.
Intanto il centrodestra ironizza. Per Meloni si tratta di un nuovo colpo di scena nella telenovela del centrosinistra. La leader di Fratelli d’Italia torna ad insistere sul tema dell’immigrazione con una proposta molto diversa dalle politiche perseguite da Salvini quando era Ministro dell’Interno.
“Fermare le partenze dei barconi, in accordo con le autorità nordafricane, è l’unica strada per ripristinare il rispetto delle regole e fermare le morti in mare, afferma Meloni che su questo tema non intende lasciare nessuno spazio al leader leghista.