Un accordo di governo con Calenda e un cartello elettorale con Fratoianni, Bonelli e anche con Di Maio. Il doppio binario del Pd porterà la sinistra a destinazione o la farà deragliare?
Per evitare un accordo tra Sinistra italiana e Conte Letta ha stretto un’alleanza elettorale proprio con chi non ha mai votato la fiducia a Draghi. Un passaggio che sicuramente mette in difficoltà Calenda che dell’agenda Draghi ha fatto una pregiudiziale. In molti si chiedono se l’elettorato potenziale del leader di Azione accetterà questo fritto misto a cuor leggero o se per guadagnare voti a sinistra il Pd non rischia di perderne proprio nell’area moderata dove Calenda voleva calare le sue reti.
Letta aveva una forte preoccupazione: che Conte potesse attrarre nella sua orbita Sinistra Italiana ed Europa Verde, scoprendo il Pd a sinistra e aprendo una falla che avrebbe finito per rafforzare il M5S, cui il segretario dem addebita la principale colpa della fine del Governo Draghi.
Ha sventato questo pericolo stringendo un’alleanza elettorale proprio con due partiti che non hanno mai votato la fiducia a Draghi. Un passaggio che sicuramente mette in difficoltà Calenda.
Per giustificare questo accordo elettorale cui è stato aggiunto anche quello con Di Maio, Letta ha evocatolo lo spettro di una destra che stravince le elezioni e voglia cambiare la Costituzione. Un’affermazione che lascia intendere che il Pd punta quanto meno a ridimensionare l’eventuale successo elettorale del centrodestra. Se Calenda non ci ripenserà, rimarrà solo Italia Viva fuori dalla tela tessuta da Letta. E bisognerà vedere se Renzi non cercherà di fare concorrenza a Calenda andando a pescare consensi nell0’area moderata che potrebbe essere disorientata dal doppio binario seguito del Pd.
Il centrodestra stigmatizza gli argomenti usati da Letta. Per Salvini quello siglato dal Pd è solo un triste accordo per le poltrone. Proteste anche da Mulè di Forza Italia. Intanto il leader leghista torna alla carica sul tema dell’immigrazione. Un cavallo di battaglia che Meloni non ha alcuna intenzione di lasciare nelle briglie del capo leghista. Per questo la candidata in pectore a Palazzo Chigi insiste sulla sua proposta del blocco navale. E a chi bolla come impraticabile questa strategia ricorda che nel 2017 il blocco navale fu proposto proprio dalla Commissione Europea e cita un titolo del giornale L’Unità del 26 gennaio 2017: “UE. Blocco navale in Libia contro le morti in mare”.